La notizia più importante emersa dall’E3 di quest’anno, per i fan di Pokémon, è senza dubbio lo sbarco della saga principale su Nintendo Switch nel prossimo futuro. Una dichiarazione alla quale non hanno fatto seguito né trailer, né qualsiasi altra informazione in merito, lasciando aperti numerosi interrogativi: sarà una nuova generazione? Un remake? Qualcosa che non possiamo ancora prevedere? Trattandosi infatti di un titolo sviluppato da Game Freak, possiamo già da ora togliere di mezzo qualsiasi ipotesi spin-off: dal 1996 ad oggi Game Freak ha sviluppato solo titoli principali della saga (Rosso e Blu, Rosso Fuoco e via dicendo).
Una delle porte più interessanti lasciate aperte, però, è quella di un ritorno a Kanto, magari vent’anni dopo.
Era lo scorso dicembre quando vi avevo esposto la mia teoria sul perché fossi abbastanza sicuro che un ritorno a Kanto, attraverso una coppia di seguiti a Pokémon Rosso e Blu, non era affatto da escludere. A distanza di sei mesi non ho ancora cambiato idea, e chiunque abbia seguito le ultime discussioni su Johto Fag avrà letto come ho più volte sottolineato che un trasferimento della saga principale su Nintendo Switch è al momento impensabile, per questioni di marketing, target e prezzi.
Allo stesso tempo, però, ho ricordato che tutto questo sarebbe potuto cambiare nel giro di un anno.
Ora come ora, infatti, Nintendo Switch si rivolge a un pubblico ben preciso: giovani adulti che amano socializzare e che vogliono utilizzare il loro Nintendo Switch come console fissa, per giocare a titoli dal taglio maturo come The Legend of Zelda: Breath of the Wild, e come console portatile per giocare a party game come Mario Kart. Il primo trailer della console, rilasciato lo scorso ottobre, è la dimostrazione più palese delle intenzioni di Nintendo, che con Switch sono radicalmente distanti da quelle di una saga videoludica rivolta soprattutto a un pubblico di bambini quale è Pokémon. Non ultimo, la console ha un prezzo attuale di 329€ – decisamente al di sopra di qualsiasi console portatile mai venduta da Nintendo, il che la rende un acquisto molto più difficile da giustificare per un genitore rispetto a un Nintendo 2DS XL, che sarà venduto a meno della metà.
C’è un “però” a tutto questo. Anzi, più di uno.
Il primo è che Nintendo Switch ha le potenzialità per diventare una console esclusivamente portatile: l’idea che l’anno prossimo Nintendo metta in commercio uno Switch portatile è tutto fuorché da escludere, complice il fatto che già da ora è in vendita separatamente il dock della console, permettendo così di non perdere del tutto la possibilità di “switchare”. Un prezzo al lancio di 200€ sarebbe l’ideale, benché difficile da raggiungere nonostante i tagli di cui ho appena accennato. La soluzione? Vendere la console in perdita, cosa fatta in tempi relativamente recenti da Sony con PlayStation 3 e che Nintendo potrebbe permettersi alla luce di vendite estremamente solide (stiamo pur sempre parlando di una console che tra 2017 e 2018 potrà contare sulla presenza di TUTTE le saghe principali di Nintendo, da Zelda a Pokémon, passando per un redivivo Metroid).
Il secondo “però” riguarda proprio Pokémon, coinvolgendo direttamente un seguito a Pokémon Rosso e Blu, che con le loro premesse sarebbero due giochi col target ideale di Nintendo Switch: i ventenni. Immaginate un trailer che parte con queste parole: “Vent’anni fa nasceva una leggenda. Oggi è giunta l’ora di tornare dove tutto è cominciato.”, attaccando con una carrellata di immagini nostalgiche dalla fine degli anni ’90 e concludendo con i primi scorci del seguito di Rosso e Blu. Qualcosa di effetto che arriverebbe al cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo, pronti a mettere mano al portafoglio per rivivere in grande stile l’avventura Pokémon più famosa di sempre.
Perché il punto è anche questo: Pokémon Rosso e Blu sono i titoli Pokémon più giocati, discussi e celebrati di sempre, quelli con cui milioni di persone hanno ancora oggi familiarità e che più di tutti sono diventati il simbolo di uno dei più grandi fenomeni della cultura popolare di sempre. Aggiungeteci il fatto che Game Freak ha lavorato sulla mappa di Kanto in ben quattro occasioni (Rosso e Blu, Oro e Argento, Rosso Fuoco e Verde Foglia, Oro HeartGold e Argento SoulSilver), avendo quindi una dimestichezza che non può che tornare utile programmando su una console come Switch, e avrete il quadro completo della situazione.
In appendice, un ipotetico sequel di Rosso e Blu si sposerebbe alla perfezione con Switch se avesse una funzione simile al Pokéathlon di Oro HeartGold e Argento SoulSilver. Se all’epoca questa coppia di titoli sfruttò in modo eccelso il touch screen, con una serie di geniali minigiochi, oggi Game Freak potrebbe pensare a una serie di scacciapensieri accessibili in ogni momento che garantirebbero agli ipotetici Rosso 2 e Blu 2 il fattore “party game” tanto caro al target di Nintendo Switch. Vi immaginate un minigioco in cui dovete fare a gara a chi cattura più Pokémon, con l’immediatezza di Pokémon GO? Ed è solo un accenno di quello che è possibile fare.
In conclusione l’idea che Pokémon sbarchi su Switch è perfettamente sensata, perlomeno se il passaggio sarà gestito nei tempi e nei modi che ho illustrato in questo articolo. Nintendo Switch ha potenzialità enormi, Pokémon è una saga immortale: il matrimonio s’aveva da fare, e nei prossimi dodici mesi potremmo essere tutti piacevolmente sorpresi.
A partire proprio, magari, da un ritorno a Kanto.
Postilla: formalmente i sequel di Rosso e Blu sono Oro e Argento, è vero, ma per comodità e chiarezza ho preferito considerare tali per questo articolo solo degli ipotetici “Rosso 2 e Blu 2”.
Sogna un corso universitario per scrivere biografie sagaci in tre righe. Creatore di Johto World, segue Pokémon dal suo arrivo in Italia nel 1999. Ne ha scritto e parlato così tanto negli ultimi due decenni che un sito come questo era una conseguenza inevitabile. Amante di Nintendo in generale, parla spesso di tutt’altro.