Avevamo parlato, pochi giorni fa, dei primi ban dell’online su Switch causati da contenuti hackerati; arrivano ora conferme che l’ultima console di casa Nintendo, Nintendo Switch, implementa dei metodi antipirateria più avanzati rispetto alle console precedenti.
Il ben noto hacker SciresM ha infatti recentemente pubblicato i risultati delle sue ricerche su quello che avviene quando la console tenta di connettersi alla rete.
Per non entrare troppo nei dettagli tecnici (forniamo comunque, per chi volesse approfondire, il link diretto a Reddit), potremmo riassumere il procedimento in 4 fasi:
- La console verifica che può connettersi a internet;
- La console verifica l’autorizzazione a connettersi online (ovvero, verifica che non siano presenti dei ban sulla console pregressi);
- La console tenta di connettere l’Account Nintendo assegnato a internet (ovvero, verifica che non siano presenti delle restrizioni sull’Account pregresse, che potrebbero essere di tipo differente a quelle indicate nel punto 2 – ad esempio potrebbe esserci un blocco dovuto al Filtro Famiglia);
- La console riceve una specifica autorizzazione per l’applicazione che sta cercando di connettersi a internet.
La fase più importante per il sistema antipirateria è quella descritta nel punto 4: è qui infatti che viene verificato che il gioco (digitale o fisico che sia) sia effettivamente un software ottenuto legalmente e non ottenuto in modi illeciti.
Ogni gioco ha al suo interno infatti un certificato (nel caso di una cartuccia) o il cosiddetto ticket, (nel caso di un gioco digitale) contenenti diverse informazioni sul software stesso. In mancanza di uno dei due, la console viene automaticamente bannata.
La differenza fondamentale rispetto, ad esempio, al Nintendo 3DS sta proprio nel ban automatico: è vero, durante la storia della console portatile ci sono state diverse ondate di ban, ma non sono servite a molto, visto che sono sempre state casuali ed esistono metodi (per chi ha le competenze adatte) per rimuoverli.
Inoltre una ulteriore differenza con le console precedenti di questo metodo antipirateria si trova proprio nei certificati e nei ticket, dal momento che Nintendo sembra aver risolto diversi dei problemi che affliggevano il già nominato 3DS, in quanto era possibile creare dei certificati perfetti (falsi) mentre ora al loro interno sono presenti diverse informazioni non falsificabili.
Sembra quindi che Nintendo abbia fatto una mossa corretta, ma a lungo termine si rivelerà sicura? Per il momento è difficile da dire: la console comunque è già stata bucata da mesi (non per colpa di Nintendo ma per colpa di un bug nell’hardware del chip Tegra), ma senza poter giocare online si ridurranno sicuramente di molto le aspettative di chi sperava di non comprare i giochi (e di conseguenza anche l’interesse degli sviluppatori di applicazioni pirata).
Cosa ne pensate della mossa di Nintendo? Ha fatto bene? Volevate hackerare la vostra Switch sperando di farla franca, o avevate comunque in programma di restare nella legalità e di comprare ogni singolo gioco? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto.
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.