Anche quest’anno sono sopravvissuto a Cartoomics

L’industria del divertimento, in Italia, ha subito un’evoluzione cruciale negli ultimi vent’anni, a partire cioè dal momento in cui il Giappone completò dalle nostre parti una benefica colonizzazione culturale, avviata alla fine degli anni ’70 a suon di robottoni e ladri in 500. Da allora la lettura di manga, la visione di anime, la preparazione meticolosa di un cosplay sono entrati a far parte di un nuovo paradigma che sempre più giovani (e non solo) avrebbero abbracciato nei due decenni seguenti. Questo riallineamento del tempo libero ha avuto la grande fortuna di avvenire in un paese che aveva già pronto il mezzo migliore per diffondere questa cultura: le fiere del fumetto. Era l’anno di grazia 1965 quando Bordighera ospitava il primo Salone Internazionale dei Comics, evento epocale per come rivalutava il fumetto e l’animazione nell’ottica di una vera e propria arte.
Da allora lungo lo stivale sono nate e sparite decine (centinaia) di iniziative simili, coinvolgendo nel tempo anche territori “esotici” come per l’appunto il Giappone e ambiti ancora più moderni come i videogiochi. Tra le manifestazioni attualmente in circolazione capaci di riunire questa galassia in perenne espansione, un posto d’onore è riservato senza dubbio a Cartoomics.

Cartoomics logo

Già dal logo si capisce quali sono le tre colonne che caratterizzano l’iniziativa: film, fumetti, videogiochi. Uno dei punti di forza di Cartoomics è la capacita di articolare questo discorso in spazi enormi: il luogo in cui si svolge è infatti nei pressi di Rho Fiera, l’immensa area espostiva a nord-ovest di Milano, all’interno della quale i padiglioni 20 e 16 sono stati interamente occupati anche da questa edizione della manifestazione.

La panoramica non lascia dubbi: Cartoomics è roba grossa.
La panoramica non lascia dubbi: Cartoomics è roba grossa.

Ed è naturale, di fronte a questa vastità, chiedersi se Cartoomics non sia troppo grande. Il dubbio però sorge solo a chi non ha mai bazzicato la kermesse, perché se da un lato è vero che l’Artists Boulevard e l’Area Ristoro (i due “antipodi” della fiera) sono separati da una bella camminata, è altrettanto vero che nel mezzo trova il suo spazio ogni genere di cosa. Dagli stand dei maggiori editori del settore (Panini, Dynit, Shockdom) a quelli del rivenditore di fumetti d’epoca, passando per oceani di manga ed espositori con ogni genere di merchandise legati a colossi videoludici come Pokémon e League of Legends.

solgaleo
E nulla, vedo questo tizio che vende un Solgaleo, pure a meno che su internet, e che faccio, lo lascio lì?

Ad agevolare ulteriormente la navigazione di un mare così grande ci pensa un’organizzazione razionale delle aree espositive: così come gli editori, dai più grandi ai più piccoli, sono raggruppati nella medesima zona, alla stessa maniera i rivenditori di oggettistica manga e anime hanno la propria ala su cui disporsi. La vexata quaestio dei videogiochi, considerati a volte “alieni” dagli appassionati più integerrimi delle fiere del fumetto, è risolta con una grossa fetta del padiglione 20 a loro dedicata, al quale si affianca un inserimento chirurgico del palco dedicato agli youtubers.

E quando uno dei padri fondatori della tua infanzia ti lascia un segno tangibile della sua esistenza, le parole scarseggiano.
E quando uno dei padri fondatori della tua infanzia ti lascia un segno tangibile della sua esistenza, le parole scarseggiano.

Questa suddivisione, impeccabile da un punto di vista organizzativo, mostra qualche segno di cedimento soprattutto nei giorni più convulsi, ossia sabato e soprattutto domenica: non è tanto l’afflusso di persone a rendere difficile muoversi in quel di Cartoomics, dato che gli oltre 80.000 visitatori nel corso dei tre giorni hanno avuto spazi enormi in cui muoversi, quanto semmai infilarsi nell’area sbagliata e ritrovarsi circondati da una piccola ressa, o, peggio, essere sprovvisti della mappa e non sapere come trovare una determinata area. Problema nel complesso minore, che potrebbe essere risolto in futuro con indicazioni stile “supermercato”, ossia con cartelli legati al soffitto, o addirittura assegnando direttamente a ogni stand colori della propria zona per rendere immediata l’identificazione, sul modello già sperimentato con successo dalla Fiera dell’Artigianato.

Cartoomics però non è solo merce da comprare, ma anche artisti da incontrare. Anche quest’anno gli appassionati del genere hanno potuto ascoltare dal vivo le parole di mostri sacri come Giorgio Cavazzano e Bruno Bozzetto, oltre a personaggi chiave del cinema di fantascienza come Dan Starkey e Stephen Calcutt.

Un nome, su tutti, che però non poteva non attirare centinaia di appassionati di Pokémon è stato indubbiamente quello di Mitsuhiro Arita. Il maestro, che ha illustrato più di 400 carte dagli albori del Gioco di Carte Collezionabili targato Pokémon, è stato presente tutti e tre i giorni di Cartoomics con una cortesia e una dedizione che personalmente mi hanno quasi commosso: per tutti e tre i giorni ha insistito per ridurre all’osso la propria pausa pranzo così da accontentare più fan possibili. Io stesso ho avuto la fortuna di potergli dare alcune carte da autografare (oltre che di scattare una foto assieme a lui, cosa che in genere non fa per me), e mi è davvero molto difficile descrivere a parole la sensazione -stranissima- di incontrare dal vivo uno degli uomini che ha contribuito a forgiare il mio immaginario, uno dei primi nomi che ho letto in vita mia (avevo cinque anni quando le prime carte di Pokémon entrarono in casa mia!). Un’esperienza davvero singolare, a dir poco, che sono riuscito a vivere nella cornice di Cartoomics.

E sempre in quel di Cartoomics si è tenuto il raduno di Johto Fag, la pagina dalla quale è nato il sito che state leggendo e che è riuscita a convincere oltre venti persone a passare uno splendido pomeriggio in compagnia di un tipaccio come me, tra tornei di Pokémon e coroncine di fiori. E mi fermo qui coi sentimentalismi, credo ci pensi già il cambio di tono dell’articolo a far capire quanto abbia a cuore la community, che tra le altre cose ha permesso a Johto World di esistere.

raduno johto fag
Una foto dal raduno di Johto Fag, nella quale purtroppo non compaiono tutti i partecipanti. L’autore di questo articolo sta reggendo il cartello, con una splendida corona di fiori sul capo.

E quindi, in conclusione, questo Cartoomics merita di essere visitato? Non spetterebbe a me dirlo, ci pensano i nomi che ogni anno lo animano e l’offerta incredibile che caratterizza la fiera a farlo capire, oltre alle quasi 100.000 persone che solo per l’edizione 2017 hanno deciso di visitarlo. Ma il mio responso, senza ombra di dubbio, è che Cartoomics è un punto di riferimento imprescindibile per chiunque sia appassionato di fumetti, videogiochi e anche cinema. Uno di quegli eventi a cui non mancare se si vuole davvero assaporare l’atmosfera e il fascino di una grande esposizione, esposizione delle passioni di tanti di noi che in Italia hanno ben poche altre occasioni di essere celebrate in questo modo.