Campionati Mondiali Pokémon 2023: tanti problemi nelle qualificazioni asiatiche del VGC

Yokohama 2023

Ci risiamo. Eccoci nell’ennesimo articolo che probabilmente non avrei mai scritto se la situazione fosse rimasta accettabile. Ma ormai la situazione sta diventando così ridicola che è necessario parlarne. Sto parlando di varie questioni legate al Campionato Mondiale Pokémon che si svolgerà tra qualche settimana a Yokohama. Più nello specifico, questioni relative alle qualificazioni asiatiche.

Yokohama 2023

Qualificazioni ai Campionati Mondiali Pokémon in Occidente

Prima di dare un’occhiata a quello che succede in Asia, però, devo spiegare brevemente a chi non mastica la scena competitiva, che sia di VGC o di GCC non ha importanza, funziona allo stesso modo (scusate, giocatori competitivi di UNITE e GO, non me ne intendo a sufficienza delle vostre qualificazioni, quindi resterò sul classico).
In Europa, (Nord) America, Australia e Nuova Zelanda i metodi di qualificazione sono molto semplici. O si riceve un invito già dall’anno precedente per i risultati ottenuti ai mondiali trascorsi (ovvero una discreta posizione nel torneo, se non direttamente la vittoria), oppure è necessario guadagnarsi l’accesso. Come? Grazie alle innumerevoli opportunità di guadagnare CP (Championship Points) in tornei locali (purché sanzionati ufficialmente), nazionali o internazionali.
I tornei si svolgono tipicamente con una prima serie di incontri col sistema svizzero al meglio delle tre lotte e successivamente i giocatori in vetta alla classifica si scontrano in incontri ad eliminazione diretta ma sempre al meglio delle tre. In base alla posizione nella classifica finale del singolo torneo si ottiene un certo numero di CP: raggiunta la cifra stabilita dal regolamento globale, si potrà quindi accedere di diritto al primo o al secondo giorno dei Campionati Mondiali Pokémon.
Esistono inoltre tre categorie distinte per età: Junior, Senior e infine Master.
A partire dai Campionati Mondiali Pokémon 2023, inoltre, è presente nel regolamento il cosiddetto “Open Team Sheet” (o OTS), ovvero che tutti hanno accesso alle informazioni delle squadre dei giocatori (mosse, statistiche e quant’altro), a differenza degli anni precedenti quando vigeva il “Closed Team Sheet” (CTS) e l’unico modo per scoprire la squadra avversaria era aspettare la team preview all’inizio della lotta, e le info erano invece appannaggio solo di arbitri e altre figure organizzative.
E fin qui, è tutto molto semplice (se si esclude qualche incidente sporadico non dipendente in modo diretto da TPCi come ad esempio quando è andata via la corrente allo Special di Torino oltre che a mezza città); in Asia funziona in modo molto diverso.

La teoria…

In Asia per qualificarsi ai Campionati Mondiali Pokémon si procede in modo diverso. Prima di tutto, sono a disposizione un numero inferiore di inviti, specie quelli per il Day 2, rispetto all’Occidente. Inviti da dividersi tra i vari Paesi (il che significa quattro inviti a Paese a parte Corea del Sud e Giappone che ne hanno molti di più) a partire dal 2020, anno in cui TPCi ha ceduto a TPC l’organizzazione dei tornei per il sud-est asiatico (Hong Kong, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Taiwan e Tailandia. Giappone e Corea del Sud erano già sotto TPC da prima mentre non esiste un campionato in Cina)
Per vincere questi inviti si procede in modo diverso che da noi. Non esistono CP, ma esiste una sorta di “campionato nazionale“. I migliori giocatori del campionato nazionale (a seconda della nazione può essere la Top 16, la Top 8 o anche solo la Top 4) si sfidano poi in un ulteriore torneo per decretare il (o i) rappresentante nazionale ai Campionati Mondiali Pokémon che vince il biglietto diretto per il secondo giorno (mentre tipicamente gli altri ottengono l’accesso al primo).
Anche qui ovviamente esistono le categorie per età, esattamente come in Occidente.

Campionati Mondiali Pokémon nickname
Dei soprannomi molto emblematici, tanto che TPC è dovuta intervenire e forzare la visualizzazione senza nickname

… e la pratica

Se state leggendo questo articolo, saprete già che ci sono dei problemi nelle qualificazioni del VGC asiatico, ma fino ad adesso sembra tutto a posto (differenze di regolamento escluse). Bene, è arrivato il momento di parlarne.
Prima di tutto, scordatevi le categorie per età: i “tornei nazionali”, nonostante da regolamento sarebbero aperti a tutti, spesso sono infatti stati aperti esclusivamente ai Master.
Dedicandoci al momento solo al sud-est asiatico e lasciando da parte momentaneamente Corea e Giappone (che meritano un approfondimento a parte, nonostante quello che segue si riferisca anche a loro), proseguiamo poi coi veri problemi sorti durante le qualificazioni al torneo di qualificazione (sì, lo so, fa ridere dire così, ma di fatto è la situazione reale): il regolamento di questo è molto diverso da quelli nostrani, in quanto prima di tutto è esclusivamente online e, come se non bastasse, gestito come una gara online come quelle che periodicamente appaiono anche da noi. Il che significa che non ci sono round col sistema svizzero, le lotte sono “Best of One” e l’Open Team Sheet non esiste (per ovvi motivi). Quindi un regolamento già fino a questo punto diverso rispetto a come si gioca normalmente nei tornei in real life.
Il torneo finale, per decretare quindi la Top 4, si svolge anch’esso online (non in tutti i casi, però: ad esempio a Taiwan è un torneo fisico), ma col medesimo regolamento.
Ma ovviamente non è finita qua, perché si aggiungono anche cambi all’ultimo minuto, obbligo di ingresso in un server Discord a cui non tutti hanno avuto accesso, problemi di comunicazione generali, regole confusionarie (come ad esempio gli organizzatori stessi che ritenevano che per OTS si intendesse semplicemente la team preview a inizio lotta), oltre che la ripetizione delle lotte in caso di disconnessione anche volontaria di uno dei due giocatori (che ovviamente hanno abusato del sistema).

Il caso sudcoreano

Se le premesse generali per tutto il sudest asiatico sembrano tragiche, situazione ancor peggiore è stata la gestione delle qualifiche della Corea del Sud per i Campionati Mondiali Pokémon. Anche in questa situazione il regolamento aveva poco senso, anche se alcune regole sembrava fossero state cambiate per essere in linea coi tornei occidentali.

Il primo torneo online è stato pieno di errori, e la Top 16, che avrebbe dovuto ricevere automaticamente gli inviti per il primo giorno dei Mondiali, è stata forzata a rigiocare (insieme a tutti gli altri partecipanti) due settimane dopo. La Top 4 di questo secondo torneo, che aveva diritto all’invito al secondo giorno dei Mondiali, è stata però ulteriormente forzata a partecipare alla Trainers Cup Final Round, ovvero un mini-torneo tra loro quattro streammato sui canali ufficiali per determinare dei premi aggiuntivi.
Per protesta contro tutto quello che era successo fino ad ora, i quattro si accordano per giocare nel modo più fair di sempre: usare Metronomo. Una settimana dopo, TPC Corea squalifica senza spiegazione uno dei quattro, facendogli subentrare il quinto classificato che accetta anche lui di partecipare alla protesta. Il giorno prima dell’evento, però, tutti e quattro i partecipanti vengono squalificati a vita, inizialmente senza motivazione esplicita, e solo in seguito dando come spiegazione il fatto che si fossero accordati (in quanto in teoria contrario al regolamento, nonostante Metronomo avrebbe reso la lotta totalmente casuale e quindi non controllabile da nessuno), cancellando per la Corea del Sud tutti gli inviti per il secondo giorno. E annunciando già preventivamente che anche l’anno prossimo si seguirà il medesimo regolamento per quanto riguarda le qualificazioni. Regolamento che è stato proprio la causa primaria della protesta.

Il Giappone e Ray Rizzo

Le qualifiche giapponesi sono estremamente simili a quelle sudcoreane, quindi non mi dilungherò molto, se non con un brevissimo preambolo per spiegare come mai è successo quello di cui parlerò a breve.
I tornei asiatici sono accessibili se si possiede un account Nintendo o Play! Pokémon asiatici, ma non è necessario che la persona fisica che possiede quell’account abbia una nazionalità specifica. Grazie a ciò, l’americano Ray Rizzo, unico giocatore ad essere riuscito a vincere tre Campionati Mondiali Pokémon di fila, dopo anni di inattività, ha deciso di prendere nuovamente parte al torneo, ma giocando nel campionato giapponese.
Qualificandosi al primo colpo al primo giorno dei Mondiali e alla fase finale del campionato giapponese. O forse no. Perché, come in Corea del Sud, il primo torneo online si è dovuto svolgere una seconda volta, a causa di numerosi glitch e problemi di connessione. Inutile dire che Ray è riuscito nuovamente a vincere. Ma c’è un ma, anche se questa volta non è (interamente) colpa di TPC. Siccome la fase finale del torneo giapponese (con partecipazione obbligatoria pena la perdita dell’invito ai mondiali) si sarebbe dovuta svolgere di persona, Ray ha deciso di iniziare un salvataggio nuovo della sua cartuccia, usando i medesimi account con cui si era qualificato, per cambiare lingua dal giapponese all’inglese. Facendo ciò, però, ha automaticamente perso la qualificazione, in quanto gli inviti non sono (solo) connessi agli account usati, ma anche alla partita stessa. Che ovviamente non esisteva più.

Ovviamente, quest’ultimo caso è più correlato all’errore umano di Ray che non alla sola incompetenza da parte di TPC, ma è abbastanza ridicolo negare l’accesso ai Mondiali a chi si è già qualificato di diritto solo perché ha perso (per qualsivoglia motivo) il salvataggio con cui si è qualificato e quindi non può partecipare a una fase già di per sé inutile del torneo di qualificazione.

Se volete ulteriormente approfondire l’incubo delle qualifiche asiatiche ai Campionati Mondiali Pokémon suggerisco di controllare ogni tanto su Twitter l’hashtag #APACPlaysPokemon.

Cosa ne pensate? Vi ritenete fortunati col regolamento occidentale del VGC? Riusciranno le proteste contro TPC a migliorare la situazione dei giocatori asiatici? Fateci sapere la vostra, come sempre, nei commenti sui nostri canali social!