I videogiochi sono arte? Secondo il Ministero della Cultura, in accordo col Ministero delle Finanze, la risposta è sì: un paio di giorni fa infatti ai videogiochi è stato riconosciuto lo status di forma d’arte (o, meglio, opere di particolare valore culturale).
Queste, infatti, le parole del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:
I videogiochi sono frutto dell’ingegno creativo ed è giusto che, analogamente a quanto avviene per il cinema e l’audiovisivo, possano ricevere un sostegno, se riconosciuti come opere di particolare valore culturale. In Italia il settore è in crescita esponenziale, con numerose start up di under 30 in grado di sviluppare prodotti di elevata qualità, attrarre le grandi produzioni internazionali e far crescere i giovani talenti. Si tratta di vere e proprie officine creative, che meritano ogni sostegno e possono contribuire a nuovi modi di conoscere e di apprendere.
Ma cosa significa più nel dettaglio questa decisione del Ministero della Cultura? Prima di tutto, che finalmente i videogiochi non sono più solo dei semplici passatempi, ma vere e proprie opere di ingegno al pari di cinema e radiotelevisione. In secondo luogo, l’arrivo di sostegni economici, per una copertura del 25% dei costi di produzione fino ad un massimo di 1 milione di euro annuale a tutti gli studi di sviluppo italiani, a patto che questi fondi vengano reinvestiti nell’Unione Europea.
Certo, un milione di euro all’anno per studi che producono titoli tripla A con budget plurimilionari sembrano bruscolini, ma per studi indie e piccoli (ma non per questo di basso livello, come confermano ad esempio Naps Team, gli sviluppatori di Baldo, o Studio Evil e il loro Super Cane Magic Zero), riuscire a coprire un quarto dei loro costi di sviluppo è tanto. Per tutti i dettagli, lasciamo il link al comunicato stampa ufficiale del Ministero della Cultura.
Cosa ne pensate? I videogiochi per voi sono una forma d’arte o solo un passatempo? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti qua sotto.
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.