Il canale ufficiale di Pokémon su YouTube ha caricato gli episodi 5 e 6 di Generazioni, la miniserie che sarà trasmessa fino al 23 dicembre. Vediamo nel dettaglio.
Il quinto episodio si apre all’Altopiano Blu di Kanto, nel suo design di IV generazione tratto da HeartGold e SoulSilver. Argento si sta dirigendo alla Lega quando incrocia la propria strada con quella di un personaggio molto particolare: Bellocchio, confermando ulteriormente il suo ruolo di filo rosso in una serie che coprirà tutti i capitoli della saga di Pokémon.
Il dialogo tra i due è incentrato sulla figura di Giovanni, definito da subito il padre di Argento (come si era scoperto proprio in HGSS). Il poliziotto racconta al ragazzo di come appena pochi giorni prima la Torre Radio di Fiordoropoli sia stata oggetto di un assalto da parte di Team Rocket, in un ultimo disperato tentativo di rientrare in contatto col proprio leader. Al che Argento stupisce Bellocchio: anche lui, così come l’ultima delle reclute, non vede suo padre da ormai tre anni. Da quando un allenatore lo sconfisse alla palestra di Smeraldopoli, portandolo ad abbandonarla con la promessa di creare un’organizzazione ancora più potente del vecchio Rocket. Promessa ambiziosa quasi quanto quella di Argento: diventare un allenatore imbattile.
Concluso il flashback, Bellocchio propone al figlio di Giovanni un accordo: informazioni sull’ex uomo più potente di Kanto, appena il ragazzo ne venisse a conoscenza. Argento si rifiuta, affermando con una lucidità quasi dolorosa (ma autentica?) che a nessuno dei due importa più dell’altro.
Un episodio interessante non tanto per la storia raccontata, ormai nota ai fan più accaniti, quanto per il rapporto tra Giovanni e Argento esplorato al passato: vediamo infatti l’antagonista di Oro e Argento ai tempi dei fatti della Silph Spa, quasi indignato dalla codardia di un padre dispotico in fuga dalle proprie responsabilità. “Io non ho saputo sfruttare la forza dei miei subalterni, e di questo non me ne so capacitare”: le parole del capopalestra di Smeraldopoli sono difficili da equivocare, e rivelano un uomo che Argento inquadra come “un tiranno che si fa forte di una schiera di seguaci, ma da solo è una nullità”. Dialogo intenso, quasi genuino, che in un colpo solo aiuta a capire le scelte di vita fatte da due figure chiave dei primi capitoli di Pokémon.
Questo episodio lo aspettavo dal momento in cui era stato annunciato Generazioni, e posso dirmi soddisfatto con formula piena.
Ambientato ad Amarantopoli, nel cuore tradizionale di Johto, vediamo Eugenius esplorare la nota Torre Bruciata. Attraverso un lungo flashback è illustrata la vicenda che ha portato l’edifico nel suo attuale stato, a causa di un enorme incendio avvenuto “in un’epoca di guerre” (nei giochi sappiamo che si tratta di tre secoli prima). Tre Pokémon dalle fattezze canine rimangono intrappolati, perdendo la vita tra le fiamme: è l’intervento del leggendario Ho-Oh, disceso dalle nubi, a restituire quelle tre creature al mondo. Siamo di fronte alla nascita di Entei, Raikou e Suicune. Qualcosa che la popolazione locale non pare accettare, temendo futuri danni alla città da parte di creature così potenti. Scacciate, le tre bestie interrompono qualsiasi contatto con la specie umana che Eugenius cerca di ricucire. Suicune, intravisto alla fine dell’episodio, pare indicare che la via è quella giusta.
Episodio che racconta in extremis “una storia inedita” (l’incontro tra Eugenius e Suicune alla Torre Bruciata), ma di immenso impatto visivo ed emotivo. L’Amarantopoli di un tempo è resa con un realismo quasi commovente, coi suoi kimono e i chonmage, e la rottura tra uomini e Pokémon risulta, per quanto ridondante, una piccola accusa ai danni causati dall’ignoranza dell’uomo.
Cosa ne pensate di questi episodi? Generazioni continua ad entusiasmarvi, o la trovate una miniserie senza mordente? Fateci sapere.