Il mio primissimo contatto col mondo di Sonic risale, in maniera alquanto improbabile, a una serie di Happy Meal smerciati da McDonald’s nel 2004. Si trattava di una serie di giochi elettronici nello stile degli storici Game&Watch, nella quale accanto al porcospino blu trovavano spazio i comprimari della serie visti in Sonic Adventure (per chi fosse curioso di capire di cosa si tratti, internet è riuscito a darmi solo questa sgranatissima foto, ma chi deve ricordare ricorderà). Non il più esaltante degli imprinting, ma dato il momento storico è comprensibile: l’epoca d’oro di Sonic, quella più sfacciatamente mainstream che ci donò perle come Jerry Calà con in mano un Sega Mega Drive, si era conclusa da almeno una decina d’anni, da quando cioè Sonic & Knucles si presentava come delizioso DLC ante litteram per l’ottimo Sonic III. Con il pur celebrato Sonic Adventure, anno di grazia 1998, il franchise di SEGA prese una svolta che nel lungo termine avrebbe danneggiato la sua street creed, culminando nel celeberrimo, non certo per meriti propri, Sonic 2006. A bilanciare le cose nello stesso periodo, fortunatamente, ci pensa la squisita trilogia di Sonic Advance per Game Boy Advance, sfruttando al meglio il 2D che tanto è affine al porcospino blu.
Ed è proprio il connubbio inossidabile Sonic-2D che mi porta a parlare di uno dei più bei giochi usciti negli ultimi anni, Sonic Mania. Un nome che si presenta da solo, uscito lo scorso anno per le principali console del momento (Nintendo Switch inclusa ma non, con un certo mio dispiacere, Nintendo 3DS) e giustamente elogiato da appassionati e stampa specializzata. Parlarne a un anno di distanza mi porta inevitabilmente a raccontare cose già sentite da molti, ma è inevitabile: Sonic Mania è un gioco che guarda nella direzione giusta, che rispetta le proprie origini e le utilizza come base per costruire qualcosa che sa convincere appassionati storici e neofiti.
Il dilemma del porcospino
Come dicevo, il principio che muove Sonic Mania è quello delle due dimensioni, in un un omaggio ben piazzato ai titoli leggendari che hanno aperto questa saga. A realizzarlo ci ha pensato un team di sviluppo esterno al Sonic Team, un gruppo di esperti creatori di fangame del porcospio blu guidato da Christian Whitehead. Il gioco si sviluppa in un’avventura ramificata in dodici livelli, ciascuno suddiviso in due “atti”. Di questi dodici livelli, otto sono rifacimenti di stage classici (a partire dalla celeberrima Green Hill Zone), mentre quattro sono completamente inediti.
L’esperienza di gioco è fluida, coinvolgente, a volte quasi illuminante. La profondità dei livelli è garantita, oltre che dalla subquest degli Smeraldi del Caos, da un’infinità di angoli raggiungibili solo grazie al personaggio che state giocando (Sonic, Tails e Knucles nell’edizione base; Mighty e Ray nel DLC Sonic Plus). Se il pregio di Sonic è la velocità, quello di Tails è di poter planare per lunghi tratti; Knucles eccelle nella forza e può scalare i muri, mentre Mighty è dotato di forza erculea e Ray può planare più a lungo anche di Tails, se gestito con destrezza.
Questo ventaglio tanto semplice quanto efficace, muovendovi voi all’interno di scenari cuciti su misura sulle abilità di chi state controllando, permette al giocatore di non stancarsi mai, garantendo a Sonic Mania la possibilità di sbandierare un “fattore rigiocabilità” che si sposa alla perfezione con un’avventura principale esauribile in una quindicina di ore. La qualità di alcuni livelli è semplicemente mozzafiato: sono rimasto estasiato ad esempio da Studiopolis Zone, non a caso scelto dalla stessa SEGA come livello-simbolo di questo gioco, capace di prendere ispirazione dal vastissimo mondo di televisione, cinema e animazione in un miscuglio riuscitissimo dai dettagli superbi (uno a caso: l’animazione in stile anni ’20 di Eggman, visibile in più punti dello scenario).
Una sensazione costante nel corso dell’avventura, come già accennato, è quello di fluidità: tutto scorre nelle vostre mani con una naturalezza studiata ad arte, un uso sapiente di una fisica collaudata in grado di dimostrare come i titoli di Sonic a due dimensioni, a mio avviso, siano tra i giochi più godibili dell’intero panorama videoludico. E Sonic Mania, come da troppo non accadeva e pur con qualche sbavatura (penso al livello conclusivo, goffo e verboso), dimostra in maniera lampante tutto questo.
Più Sonic con Ivo Robotnik
Il DLC, Sonic Mania Plus, si presenta a distanza di un anno dal primo appuntamento per porre il punto conclusivo al discorso Sonic Mania. Aggiustando alcune sbavature del primo titolo (qualche cutscene in più, una boss fight migliorata) e introducendo, come dicevo, due nuovi personaggi (Mighty the Armadillo e Ray the Flying Squirrel), l’esperienza di gioco risulta ulteriormente arricchita da due nuove modalità, la Modalità Competizione, pensata per il mutiplayer dato che permette fino a quattro giocatori di sfidarsi in contemporanea, e la Modalità Bis. Quest’ultima costituisce la modalità principale di Sonic Mania Plus riproponendo a difficoltà maggiore le dodici zone del gioco base. Si comincia inoltre con due personaggi intercambiabili durante i livelli, che diventeranno presto cinque: sarà quindi possibile sbloccare i segreti di ogni livello con un’unica giocata, bilanciando tale vantaggio con un minigioco flipper che ci vedrà impegnati ogni volta che un nostro compagno di avventure abbandonerà questa valle di lacrime.
Giudizio finale
Sonic Mania è uno dei giochi migliori attualmente disponibili per Nintendo Switch. Io ve lo dico: mi è piaciuto immensamente, da appassionato di Sonic 2D che si è giocato entrambe le trilogie di riferimento (quella per Mega Drive e per Game Boy Advance), e quando posso una partita non me la nego. A 19.99€ si tratta praticamente di un regalo, e il DLC, venduto a 4.99€, per quanto non entusiasmi come la versione base merita un’acquisto solo per dimostrare a SEGA qual è il Sonic che ci piace vedere, soprattutto dopo lo scivolone di Forces. Se poi un Sonic Mania 2 si farà (il Sonic Team ha già preso le distanze da questa idea, ma mai dire mai), e sarà bello anche solo la metà di questo, sarà solo di guadagnato, per il porcospino blu e per noi videogiocatori.
Per adesso, Sonic Mania è qui. Aggiungo: per fortuna.
Sogna un corso universitario per scrivere biografie sagaci in tre righe. Creatore di Johto World, segue Pokémon dal suo arrivo in Italia nel 1999. Ne ha scritto e parlato così tanto negli ultimi due decenni che un sito come questo era una conseguenza inevitabile. Amante di Nintendo in generale, parla spesso di tutt’altro.