Le Specie Delta: storia della svolta “bizzarra” di Pokémon

Il Gioco di Carte Collezionabili è colmo di set tematici, con storie raccontate tramite gli artwork delle varie carte; tuttavia nulla è comparabile all’enorme potenza narrativa del blocco Delta. Il GCC ha avuto sin dai primordi degli espedienti per rendere più attraenti le nuove carte, attraverso variazioni particolari dei Pokémon con cui eravamo da sempre famigliari: i famosi Dark, i Light, i Pokémon degli Allenatori, gli Shining, i Cristallini, gli EX; i Pokémon Delta, introdotti a partire dal 2005 e incontrati per quattro espansioni fino al 2006, furono probabilmente i più singolari.

Caratterizzati da uno stravolgimento dei tipi convenzionali e da un’olografia inedita, risultarono una vera e propria rivoluzione: non si trattò soltanto di una novità fresca e intelligente, ma fu accompagnata da una sorta di background narrativo.
Quello che segue è un misto tra dati ricavati dalle presentazioni ufficiali delle varie espansioni, deduzioni personali e ciò che si può intuire dalle carte stesse, dai loro tipi e dalle illustrazioni.

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Per prima cosa inquadriamo la location della nostra storia: inizia tutto nella regione di Holon, zona ricca di foreste, laghi e terreni montuosi. 
Una delle aree di maggiore interesse è la Foresta Miraggio, che ci viene presentata in EX La Leggenda di Mew (EX Legend Maker in inglese): si dice che in essa trovi dimora il Pokémon miraggio per eccellenza, per l’appunto Mew. Come in molti media del franchise, alcuni scienziati cercano di localizzare la creatura per poterla studiare, creando il laboratorio di ricerca di Holon, un enorme complesso circolare costruito intorno a un’enorme torre: questa struttura genera radiazioni elettromagnetiche nella speranza di poter stanare Mew.

Le cose non vanno esattamente come previsto, perché le radiazioni emanate dalla torre di Holon finiscono per sconvolgere la natura dei Pokémon che vivevano nell’area circostante: essi cominciano a cambiare i loro tipi originali, stravolgendoli completamente oppure lasciandoli invariati ma acquisendo il tipo Metallo. Questo è il primo genere di Pokémon Delta che incontriamo, in EX Specie Delta (EX Delta Species in inglese): questi mostriciattoli modificati artificialmente sono caratterizzati dal Metallo come secondo tipo, dettaglio che probabilmente sottolinea l’influenza dell’uomo.

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In Delta Species troviamo anche i Pokémon Holon, che, anche se non sono necessariamente correlati coi Pokémon Delta, sono interessanti perché ci mostrano come creature dalla particolare natura “tecnologica” quali Electrode o Magneton possano essere usati come fonte di energia, presumibilmente proprio per alimentare il laboratorio. Il terzo Pokémon Holon è Castform: si può ipotizzare che venga utilizzato per operazioni di controllo climatico o per la sperimentazione sulle tempeste elettromagnetiche che sembrano interessare la regione.

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Interessante anche come nell’espansione ci vengano presentati i vari lavoratori dell’area, tra cui scienziati, ricercatori, fattori, e via dicendo. È qualcosa di squisitamente raffinato, perché permette all’appassionato di immergersi ancora meglio nel mondo di Holon, senza la necessità di dover raccontare qualcosa in maniera convenzionale.

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Successivamente si può continuare il tour nella regione visitando la regione dei laghi, a sud della città, fondamentale ai fini dell’equilibrio della zona: siamo arrivati all’espansione EX Fantasmi di Holon (EX Holon Phantoms in inglese).
Il lago è un enorme specchio d’acqua circondato su un lato da una possente catena montuosa, e in un certo senso risulta un omaggio al Lago D’Ira, visto che come quest’ultimo il lago di Holon ospita un Gyarados shiny. Le analogie non si fermano qui, perché in quel caso il Team Rocket stava tentando di utilizzare una frequenza radio per forzare l’evoluzione dei Pokémon, rendendo il Gyarados shiny estremamente aggressivo. Ed è proprio Gyarados che mi permette di introdurre un nuovo tipo di Delta, che compare proprio in questa espansione: i Delta puri. Non sappiamo bene se semplicemente alcuni dei Delta modificati artificialmente abbiano cominciato ad ambientarsi, smaltendo le scorie e perdendo pian piano il tipo metallo, oppure se si tratti di Delta originati naturalmente come quelli che si potranno incontrare successivamente.

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Misteriosa la formazione rocciosa visibile nella carta Lago di Holon (qui a destra), che sembra ricordare il simbolo dei Pokémon Metallo e permette di utilizzare una mossa chiamata Richiamo Delta, che pare alludere all’attrazione che lo specchio d’acqua sembra avere sui Pokémon Delta. 

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Interessante è inoltre il fatto che in Holon Phantoms ci siano una serie di leggendari tra i Delta, tra cui quattro meravigliosi Deoxys, ognuno caratterizzato da forma e tipo differenti. Il suddetto Gyarados introduce anche la categoria dei Gold Star Delta, ovvero di Pokémon cromatici Delta, caratterizzati da un nuovo tipo analogo al colore inusuale: vediamo un Gyarados di tipo fuoco, essendo rosso, mentre più avanti troveremo un Charizard cromatico di tipo Oscurità, per via delle squame nere, e così via.

Procedendo ancora con l’analisi incontriamo EX Guardiani dei Cristalli (EX Crystal Guardians in inglese), che potrebbe ampliare e complicare la questione dei Delta. Ci ritroviamo su un’isola lontana dalle coste della regione appena visitata: in essa, della quale esploreremo in particolar modo la spiaggia, convivono indisturbati sia Pokémon normali che Pokémon Delta. I mostriciattoli in parte Metallo cominciano a scarseggiare, mentre fa il suo debutto il primo Pokémon Delta EX, Sceptile.


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Ciò che caratterizza maggiormente l’ambientazione e l’espansione sono ovviamente i cristalli: formazioni naturali che influenzano la natura dei Pokémon e che probabilmente sono alla base della specie Delta naturale. I cristalli sono una costante non solo nei Trainer, ma anche negli artwork dei Pokémon, sia Delta che non. Lasciandosi trascinare un po’ dalla fantasia si potrebbe ipotizzare addirittura che che sia stato proprio l’utilizzo imprudente di questi cristalli negli esperimenti ad aver generato le onde elettoromagnetiche scatenando in primo luogo l’intero fenomeno Delta.

Si conclude il ciclo Delta con un’espansione maestosa: EX Isola dei Draghi (EX Dragon Frontiers in inglese). In un arcipelago, che si dice si trovi oltre l’orizzonte, troviamo alcune isole popolate completamente da Pokémon Delta naturali e puri (da notare che nell’espansione si trovano una manciata di Pokémon non Delta, ma sono ristampe non originariamente pensate per questo set ed aggiunte per aumentare il numero di carte dell’espansione occidentale).
Nell’artwork della carta Lascito di Holon possiamo osservare un manufatto, del quale ci è ignoto l’origine umana o Pokémon, simile a un cromlech, un anello di pietra con un altare centrale. Anche qui ritroviamo la stessa struttura triangolare che abbiamo osservato nel Lago: che sia un antico modo per rappresentare il tipo Metallo o che abbia a che fare con la forma triangolare della lettera Delta maiuscola non ci è dato sapere.
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Come ci era stato anticipato dallo Sceptile Delta EX della precedente espansione, finalmente in questa espansione anche tutti i Pokémon EX sono di specie Delta. E per concludere col botto, troviamo anche il Pokémon che ha dato inizio a tutte le vicende: Mew Gold Star Delta, un Mew azzurro di tipo acqua.

Che alla base ci sia un messaggio vagamente ambientalista, che punta il dito sulla sperimentazione, o che sia invece un messaggio analogo a quello dei lungometraggi di Pokémon, che non perdono occasione di ricordarci quanto sia pericoloso per un semplice umano cercare di imbrigliare la potenza di Pokémon misteriosi o leggendari, sono entrambe chiavi di lettura valide; quello che importa è la volontà della The Pokémon Company di concatenare una serie di espansioni con un vero e proprio background narrativo (raccontatoci ovviamente in maniera sintetica, nonostante la vera delizia sia sfogliare l’espansione per intero e notare tutti i piccoli indizi nascosti tra le varie carte) e aver creato una “gimmick” intelligente, a differenza dei Pokémon cristallini, delle vecchie Shining e via discorrendo, che risultavano quasi inutilizzabili. Le specie Delta stravolgevano l’equilibrio dei tipi, perché spesso lasciavano la debolezza del Pokémon invariata, nonostante il suo tipo fosse cambiato. Tipi che in passato erano stati poco giocati trovarono un nuovo utilizzo proprio grazie a queste carte.

Successivamente, in svariati modi, il Gioco di Carte Collezionabili ha cercato di marchiare determinati set con un’affascinante impronta tematica; l’ultimo tentativo l’abbiamo visto con i Pokémon Turbo, introdotti in set che sembravano proprio mimare il blocco Delta in quanto a narrativa, ma questa è un’altra storia.
In generale, se dovessi auspicare il ritorno di un simile espediente del passato nel GCC, vorrei proprio che fossero i Delta, sebbene in parte il concetto di forme alternative con tipi completamente nuovi è stato accennato con le Forme di Alola, introdotte proprio negli ultimi titoli, Pokémon Sole e Luna.