“Il talento da vendere dell’Italia”: intervista ad Arash Ommati

Tra tutti i videogiochi uno di quelli che è sempre riuscito a combinare competizione e connettività, fin dai propri inizi, è stato Pokémon. Sfruttando come nessun altro titolo per Game Boy il celebre cavetto fu infatti capace di spingere milioni di ragazzini, più o meno consci della cosa, a interagire tra loro dandosi in pasto a una serie di meccanismi complicatissimi, nascosti dietro vocaboli innocui come “Terremoto”, “È superefficace!”, “Non ha effetto…”. Chi gestisce l’universo Pokémon, forse consapevolmente, ha aspettato che questi ragazzini diventassero grandi per fare le cose sul serio: è infatti nel 2009 che nasce il Video Game Championship, noto con la sigla di VGC, una competizione annuale organizzata dalla Play! Pokémon (una sezione della The Pokémon Company) che premia ogni anno il vincitore di un agguerrito torneo basato sui videogiochi della saga. La divisione più seguita, per ovvi motivi, è quella Masters, che raggruppa tutti i giocatori dai 15 anni in su. Dal 2009 ad oggi, come in quasi ogni eSport, il dominio è spartito tra Stati Uniti e Asia orientale; l’unica eccezione, difficile da dimenticare, è quella dell’italiano Arash Ommati, trionfatore all’edizione 2013 e ancora oggi unico europeo (a livello Masters) nell’albo d’oro della competizione.

Johto World ha avuto l’immenso piacere di rivolgergli alcune domande per fare il punto della situazione su Pokémon, a partire naturalmente dal competitivo.
Una panoramica succulenta direttamente da uno dei migliori giocatori di Pokémon in circolazione: senza ulteriori fronzoli, buona lettura.

Arash nel maggio 2016, vincitore del Campionato Nazionale Tedesco a Kassel.
Arash nel maggio 2016, vincitore del Campionato Nazionale Tedesco a Kassel.

Domanda di rito: quando ti sei appassionato di Pokémon, e quando ti sei interessato al lato competitivo?
Sono un appassionato della saga da sempre. Ho cominciato a dedicarmi seriamente al VGC nell’autunno del 2012; prima di allora sono sempre stato legato al brand con gli immancabili film, carte, giochi, anche se ad essere sincero era solo una parte minima della mia vita. Questo, naturalmente, prima che cominciassi a impegnarmi con l’aspetto competitivo.

Alcuni hanno paragonato il metagame di Pokémon al gioco degli scacchi, soprattutto per l’importanza delle sinergie e della previsione delle mosse dell’avversario. Hai mai pensato di dare una tua definizione personale?
Non penso che Pokémon sia particolarmente simile agli scacchi, più che altro per la presenza di aspetti diversi da padroneggiare. Mi dispiace deludere chi se l’aspettasse, ma non ho mai sentito il bisogno di una definizione personale!

Rivedendo la finale del VGC 2013 mi sono accorto di come il tuo avversario, Ryosuke Kosuge, continuasse a puntare sull’utilizzo di Distortozona, anche dopo aver visto che sapevi giocarla a tuo vantaggio. In un mondo delicato come quello del competitivo cosa pensi che conti di più, l’ostinazione (dentro cui ci possiamo mettere l’azzardo) o la capacità di adattarsi all’avversario?
Adattarsi agli avversari e alle situazioni conta decisamente di più per me. Una cosa di cui nessuno si è accorto, riguardo la mia finale, è che se non avesse giocato Distortozona la situazione per Ryosuke sarebbe stata forse anche peggiore. Non sempre si parte in vantaggio, a volte bisogna cercare una soluzione con quello che si ha.

Come nacque il mito del Mamoswine color senape. E anche quello di un campione del mondo.
Come nacque il mito del Mamoswine color senape. E anche quello di un campione del mondo.

Spesso si discute di RNG (random number generation, il cosiddetto coefficiente di casualità), per alcuni un problema dato che mette in mezzo la fortuna in un gioco altamente strategico come Pokémon. Tu cosa ne pensi? Lo trovi un elemento irrinunciabile o qualcosa da ridimensionare, se non addirittura eliminare?
L’RNG è un elemento fondamentale di Pokémon. Fa in modo che ci sia sempre, o quasi, un modo di uscire da una situazione difficile, e dà una maggiore profondità a livello strategico. Senza RNG Pokémon sarebbe un gioco più banale, più piatto, in poche parole.

Molti hanno criticato l’ultimo formato, quello del VGC ’16, per come sia stato monopolizzato dai ben noti Big 6. Che opinione hai di questi tipi di metagame, centrati sulle solite facce?
Penso che le lamentele riguardanti la “monotonia” del formato non siano una cosa che interessa poi molto i giocatori competitivi. A dirla tutta è qualcosa che offende di più quelli occasionali, che vedono le topcut e pensano che il gioco sia tutto lì, in una lista che in realtà nasconde un alto livello di strategia. Il VGC ’16 l’ho trovato piacevole, ma va anche detto che non ho mai giocato un formato che non mi piacesse. So di molta gente che non la pensava come me.

Oggi la situazione competitiva italiana è ottima, basti pensare alla finale di Londra che ha visto protagonista Nico Dave Cognetta e ai numerosi connazionali che ottengono da tempo ottimi risultati. Pensi che il tuo trionfo sia stato un punto di svolta, o che la “scuola italiana” esista da sempre?

Entrambe le cose. Anche se non sono stato il primo a fare un risultato importante a livello internazionale (il merito spetta a Matteo Gini, che nel 2011 si giocò a San Diego la finale mondiale contro Ray Rizzo), riconosco che il mio risultato ha avvicinato moltissimi italiani al VGC. E riguardo al discorso del talento non ci sono dubbi, in Italia ne abbiamo da vendere.

tutto piacione
Altra foto da Kassel, nel maggio 2016. 👌👌👌

Hai avuto modo di giocare Pokémon Sole e Luna? Se sì, che opinione ti sei fatto di questi episodi?
Li ho trovati interessanti. I titoli degli ultimi anni non mi hanno fatto impazzire, ammetto che alcuni non li ho nemmeno giocati, ma Sole e Luna mi hanno convinto.

Alcuni li hanno criticati per certe semplificazioni introdotte, come quando è segnalata l’efficacia di una mossa su un Pokémon già incontrato. Credi anche tu che sia troppo o pensi sia la strada giusta, soprattutto in chiave competitiva?
Non ci vedo nessun male. Fa comodo a chi vuole usare le informazioni e non dà fastidio a nessuno, no? Personalmente mi piace l’idea.

Qual è il tuo gioco preferito della saga? Quello che ti è piaciuto di meno?
I miei giochi preferiti sono Pokémon Nero e Bianco e Pokémon Sole e Luna. Mi è piaciuto come non abbiano seguito l’andamento classico degli altri esponenti della serie, facendomeli trovare più interessanti. Forse Pokémon XY sono quelli che ho apprezzato di meno: la storia non mi è interessata affatto, me la ricordo a stento.

Domanda finale: Pokémon a parte, quali altri videogiochi ti piacciono?
Altri giochi che apprezzo molto sono Super Smash Bros. Melee e la saga di Touhou, oltre a quella di The Legend of Zelda. In generale provo volentieri tutto quello che mi sembra interessante.

Ed è così che si conclude la nostra chiacchierata con Arash Ommati, al quale siamo immensamente grati per il tempo che ci ha dedicato e per averci offerto una panoramica interessantissima su Pokémon e l’universo sterminato che lo circonda.
Come sempre, aspettiamo di sapere la vostra nei commenti.