Sono un grande ammiratore della quinta generazione, indubbiamente. Adoro i giochi di Unima quasi in ogni loro sfumatura, ma di questo questo “quasi” ne riparlerò un’altra volta.
Quello di cui voglio discutere oggi è infatti la storia della regione: il punto forte di Nero e Bianco, secondo molti. Ma non secondo me. Non per come viene intesa da chi ne tesse le lodi.
La vicenda di Nero e Bianco, tutto sommato, non è così eccezionale. Che sia la migliore della serie non si discute, ma Pokémon in primo luogo non ha mai brillato per le storie che racconta, non nei titoli principali. Sebbene questa coppia di giochi abbia una buona trama, essa rimane piuttosto lineare e priva di grandi sorprese. Ma non è questa trama tanto chiacchierata il punto forte della narrazione di Unima, bensì i suoi interpreti.
N, Nardo, Komor, Belle, i Capipalestra, Ghetsis. Sono tutti personaggi dotati di carisma e in grado di lasciar qualcosa nel giocatore, con la loro storia e le loro parole. Basti pensare al conflitto interno di Komor, alle parole di Nardo a lui rivolte, o anche “solo” a N. Si potrebbe dire tantissimo dell’eroe dalla verde chioma, troppo per questo articolo. Ne riparleremo altrove, limitandoci per ora a pensare alla sua stanza nel castello del Team Plasma. Quella stanza non racconta nulla di necessario per la storia di Unima, potrebbe essere evitata senza contraccolpi, ma possiede un’intensità unica. Carisma, in una parola. Il carisma di N. Il giocatore sarà toccato nel profondo non appena scoprirà a chi appartiene quella stanza, chi ha vissuto la propria infanzia lì dentro. Capite che intendo dire? Senza il carisma di N quella sala dei giochi, anche se fosse stata una tappa obbligatoria, non avrebbe suscitato le stesse emozioni nel giocatore. Quella stanza è uno dei tanti esempi di come la storia di Unima viva dei suoi eccezionali interpreti, N in primis.
Ora, parliamo di altri interpreti minori, ma tanto importanti per Unima.
Bianco e Nero puntano molto sullo scontro di ideali e fatti fra chi ritiene i pokémon schiavi degli uomini e chi ritiene i rapporti fra pokémon e uomini importanti. Bene e male non sono mai stati più simili nella saga, bianco e nero più confusi.
Il Team Rocket era indiscutibilmente malvagio, e nessuno a Kanto e Johto vedeva di buon occhio l’organizzazione. Il Team Galassia si trovava nella stessa situazione. Solo ad Hoenn, con due Team dagli ideali non puramente malvagi, seppur sbagliati, si era creato qualcosa di simile alla situazione di Unima.
Ma nella regione di Austropoli, invece, il Team Plasma può essere definito da tutti malvagio? Chi abita la regione è confuso, perché gli ideali del Team Plasma non sono malvagi, non mirano alla conquista del mondo e non sono un’organizzazione mafiosa. I loro ideali sono analizzabili da più punti di vista, e da alcuni di essi ci si trova d’accordo con i pensieri che illustra Ghetsis.
Fatta questa premessa, la gente di Unima vive nel dubbio di essere nel torto quanto il giocatore: lungo il cammino del nostro alter ego in moltissimi avranno da che dire sul rapporto fra Pokémon e uomini, sugli ideali del Team Plasma e su quelli della popolazione. Ognuno di questi NPC contribuirà a rendere “viva” la regione, come mai prima d’allora era avvenuto.
Grazie a questi piccoli interpreti, la narrazione di Unima è sempre al lavoro, non lasciando mai momenti morti fra una lotta e l’altra.
Ora ho finito, e posso chiarire cosa intendessi nelle prime righe di questo articolo. La trama di Unima non è bella perché articolata, per nulla, secondo me. Non è avvincente per come è intesa da chi è solito lodarla, ma perché ha degli ottimi interpreti e una narrazione squisita. Ed è questo che rende la storia di Unima la migliore della serie.
Spero abbiate gradito questo parere, ci si sente al mio prossimo articolo o nei commenti.
Un parere davvero interessante, che in effetti fa riflettere su una cosa che molte persone danno per scontata (incluso me) ma la quale in effetti non è completamente vera a pensarci.
Ricordo ancora i brividi sulla pelle che ebbi all’apparizione di Reshiram, fu la prima volta in tutta la mia vita che un gioco pokemon fu un grado di regalarmi tale sensazione.
Un articolo veramente apprezzato sia per l’andare a toccare corde a me sensibili, sia per l’originale spunto di riflessione che porta
Credo che il vero punto di forza della trama di B/W sia quello di trattare un tema attuale, declinato in maniera tale da adattarsi a quello che è un gioco di Pokémon, ma con una base comune.
È stato all’epoca impossibile per me non paragonare il fine ultimo di N e di (quasi) tutto il Team Plasma a quello di una fascia di attivisti particolarmente estremisti che vorrebbero vedere ogni specie libera nel proprio ambiente naturale, rinnegando di fatto un’interconnessione uomo-animale che esiste dagli albori della civiltà.
Una trama con un argomento centrale che dovrebbe far riflettere, e che tenta di comunicare un insegnamento diverso dal classico “le associazioni a delinquere e la conquista del mondo non sono una cosa buona”. Tutte cose che rendono la narrazione più vera e credibile.