C’è una cosa che ogni lombardo preferirebbe evitare sopra tutte le altre, a meno che i casi della vita non lo abbiano costretto a fare il pendolare: andare a Milano d’estate. Treni come carri bestiame, deviazioni del tram, temperature all’ombra vicino alla fusione del ferro – un cocktail micidiale che diventa all’improvviso il più godibile di tutti se nel capoluogo ci si deve recare per provare i titoli mostrati da Nintendo durante l’E3 2017, tra i quali non poteva naturalmente mancare Super Mario Odyssey.
Accanto al re indiscusso della giornata, nel corso dell’evento organizzato dalla sezione italiana della Grande N era possibile provare una selezione di altri giochi di prossima uscita per Nintendo Switch: Mario + Rabbids: Kingdom Battle (alle cui spalle c’è Ubisoft Milano, il cui creative director è un certo Davide Soliani, l’uomo che il mondo ha conosciuto proprio all’E3 2017), Sonic Forces, Pokkén Tournament DX, FIFA 18, Fire Emblem Warriors. Non solo Switch però: c’è stato spazio anche per Nintendo 3DS, con una demo del remake di Mario & Luigi Superstar Saga, il cui originale era comparso nel 2003 su Game Boy Advance.
Partiamo proprio da Super Mario Odyssey, del quale erano presenti solo due livelli nella demo: New Donk City e Sand Kingdom, come suggeriscono i nomi ambientati rispettivamente in una metropoli e in un deserto. Un’accoppiata necessaria e sufficiente a dimostrare la solidissima cifra stilistica della nuova avventura targata Mario, che nel quarto d’ora di gioco concessa mantiene in massima parte parecchie delle promesse fatte nel fulminante trailer mostrato all’E3. Il dettaglio che più mi aveva colpito, infatti, era la traslazione semantica che aveva fatto capolino un mese fa, secondo la quale il proseguimento dell’avventura sarebbe stato garantito non da un upgrade esterno, ma dal fatto che Mario stesso sarebbe diventato l’upgrade necessario per avanzare.
Questa traslazione, oltre a tradursi in un’immediatezza che non ero sicuro di trovare, permette di fare molto più che un semplice passo avanti verso l’obbiettivo finale: si sposa alla perfezione (gioco di parole assolutamente voluto, data la trama di Odyssey) con l’elemento esplorativo che in questo Mario 3D torna con una profondità degna dell’ultimo discendente di una stirpe inaugurata con Mario 64 e proseguita da Sunshine in poi. A sottolineare questa ambizione ci si mettono le Lune, il classico collezionabile che trapunta i coloratissimi e sfaccettati mondi di Odyssey, oltre a un vastissimo cast di personaggi secondari o di semplice contorno che con le loro storie -anche brevissime, capaci di esaurirsi nel giro di un paio di battute- rendono i mondi esplorati dall’idraulico vivi e molto più che semplici tappe di un viaggio intorno ai mondi.
Una demo troppo breve per avere la certezza di essere di fronte a un capolavoro, lunga abbastanza per capire che le premesse ci sono tutte.
La data di uscita è prevista per il 27 ottobre 2017.
Altro titolo per cui la stampa ha fatto la fila è stato, senza dubbio, Mario + Rabbids: Kingdom Battle, collaborazione Nintendo-Ubisoft che sarà acquistabile dalla fine del mese prossimo, 29 agosto 2017.
Un curioso incrocio tra due franchise che pochi, ancora un paio di anni fa, avrebbero pensate di vedere insieme, stupisce una volta di più alla prova del Joy-Con: il titolo è infatti uno strategico a turni, dotato della tipica profondità del genere (classi, armi, potenziamenti e via dicendo) e simile a primo impatto ad esponenti come Fire Emblem, soprattutto nella struttura dei turni (prima muovono i nostri, poi quelli dell’avversario). A dare un sapore diverso ci si mettono alcuni piccoli accorgimenti, come i portali che collegano un lato all’altro della mappa e la possibilità di aumentare il raggio di movimento attraverso salti carpiati sui nostri stessi alleati.
La demo in sé è stata abbastanza facile, quasi sicuramente per agevolare il pubblico e permettere a più persone di poterla provare, ma il dubbio rimane: quale scelta avrà fatto Mario + Rabbids: Kingdom Battle, alla resa dei conti? Sarà rimasto fedele alla difficoltà per cui gli strategici a turni sono ben noti, o avrà preferito un approccio più bonario?
Tra una quarantina di giorni lo sapremo.
Gli altri titoli che era possibile provare risultavano già noti, per un motivo per l’altro: FIFA 18 è una presenza importante nella libreria di Switch in grado di attirare quel pubblico con cui Nintendo, per un motivo o per l’altro, non ha mai sviluppato un dialogo solido, e che se viziato con altre uscite di terze parti dal grande richiamo può contribuire ad allargare stabilmente la userbase. Pokkén Tournament DX è il picchiaduro coi mostriciattoli che, pur non avendo lasciato un impatto memorabile nella community, ha gli strumenti per interessare l’appassionato di Switch, prima ancora che di Pokémon: comandi intuitivi e fluidi come su Wii U, un cast di personaggi aggiornato con Decidueye -affiancato da vecchie glorie come Empoleon e Scizor-, il triangolo colpo/presa/parata che continua a dimostrarsi solido e al servizio di un gameplay leggero ma coinvolgente. Splatoon 2 è la definizione accademica di nuovo corso Nintendo: fedele ai dettami che conosciamo fin dai tempi di Super Mario Bros. per NES, mantiene intatta la freschezza e l’irresistibilità dell’originale, con le aggiunte di rito che arricchiscono un già solidissimo gameplay basato sullo “splattare” il più possibile l’arena di gioco.
Sonic Heroes, il punto interrogativo della giornata, non convince pienamente, con un gameplay che rischia di sovraccaricarsi per le molteplici possibilità offerte al giocatore, a suon di armi ed extra: una pesantezza superflua in un gioco che “vuole andare più veloce”, con la corsa al centro di tutto. Non siamo ai livelli caotici di Sonic Adventure, ma manca comunque un’essenzialità che avrebbe fatto solo bene al porcospino blu (o al personaggio che potete creare voi, punto di forza di questa nuova iterazione).
Oltre a questi titoli ne sono stati citati altri tre, molto attesi, nel corso della presentazione che ha introdotto l’evento: Xenoblade Chronicles 2 e Yoshi (nome provvisorio) per Nintendo Switch e, per Nintendo 3DS, Metroid: Return of Samus. Tre giochi che, per un motivo o per un altro, tengono fede ai nomi importanti di cui fanno sfoggio: da segnalare Yoshi e il suo delizioso realismo da cameretta d’infanzia, con schermate di gioco fatte di barattoli, cartoni colorati e pastelli a cera a misura di dinosauro verde.
Conclusioni
È chiaro fin dallo scorso autunno, con le prime immagini di Nintendo Switch, che il colosso giapponese vuole fare maledettamente sul serio con questa console, e ad oggi lo ha dimostrato particolarmente bene. Gli assaggi offerti in questo showcase confermano le ottime impressioni, con pochi dubbi sparsi che, a quattro mesi dall’uscita di Switch, inquietano molto poco: Nintendo ha fatto i compiti a casa, e anche in questo “E3 all’italiana” (così come in quello losangelino) ha fatto capire di non voler perdere un colpo.
Sogna un corso universitario per scrivere biografie sagaci in tre righe. Creatore di Johto World, segue Pokémon dal suo arrivo in Italia nel 1999. Ne ha scritto e parlato così tanto negli ultimi due decenni che un sito come questo era una conseguenza inevitabile. Amante di Nintendo in generale, parla spesso di tutt’altro.