E3 2019: Bethesda conta ancora sui suoi fan storici

È la notte tra il 9 ed il 10 giugno quando Bethesda sale sul palco dell’E3, pronta a far fuoco su una folla di fan storici più che di videogiocatori esperti; i fan di Morrowind, Oblivion e Skyrim aspettano un sequel da ormai dieci anni, e quelli di Fallout sono curiosi di vedere cosa hanno in serbo per la serie dopo la catastrofe causata dall’ultimo titolo.

Todd Howard, Game Director di Bethesda, introduce la conferenza.

Dopo un video introduttivo che ripercorre brevemente la storia di Bethesda, la discussione inizia con Fallout 76, senza troppi giri di parole e con ovazioni incredibili da parte del pubblico: gli sviluppatori hanno in serbo due novità tanto importanti quanto discutibili. La prima è un aggiornamento decisamente pesante che metterà all’interno del gioco molte quest in più, nuove armi, nuovi mostri e, soprattutto, PNG con missioni relative ed il sistema di dialogo a scelte; la seconda è ancora più assurda e consiste in una Battle Royale a 52 giocatori chiamata Nuclear Winter. Riuscirà Bethesda a risollevarsi dopo questa tragica uscita? Lo scopriremo solo vivendo, con una beta dal 10 al 17 giugno che aspetta solo di essere provata (al solito, tutti i dettagli li trovate sul sito ufficiale).

Praticamente un nuovo gioco dentro al gioco.

In seguito, dopo aver affermato che The Elder Scrolls: Blades è uscito dall’early access e sarà disponibile gratuitamente sia su telefono che su Nintendo Switch, viene presentata una nuova IP chiamata Ghostwire Tokyo. Il trailer è molto criptico e non si capisce granché, ma sembra comunque un titolo interessante, complici anche gli sviluppatori che hanno collaborato a diversi titoli di tutto rispetto, quali Resident Evil, Bayonetta, Vanquish e The Evil Within. La conferenza prosegue con l’annuncio dei due nuovi DLC Scalebreaker e Dragonhold entro fine anno per Elsweyr, l’ultima espansione di The Elder Scrolls Online incentrata sui draghi. Dopo una fin troppo lunga parentesi su Commander Keen, un gioco mobile, viene annunciato un DLC anche per Rage 2, intitolato Insanity Rules, con nuove armi, veicoli e nemici ma che non ha ancora una data di uscita. Viene anche annunciato Orion, un sistema di cloud gaming simile a quello targato Microsoft, XCloud.

Rage 2 ha stupito tutti e questo DLC promette altrettanto bene.

E fin qui andrebbe tutto bene, se solo non fosse passata già un’ora di conferenza: Bethesda, infatti, in tutto questo tempo ha detto veramente poco di nuovo, soffermandosi più che altro su espansioni, notizie e novità riguardanti giochi già visti e serie già collaudate, ed evitando quindi di uscire da quella comfort zone che pare annebbiare (da sempre) i fedelissimi. Quando verso la fine della conferenza viene annunciato prima Wolfenstein: Cyberpilot (gioco in VR in uscita il 26 luglio) e poi, sempre per la stessa data, Wolfenstein: Youngblood (è uno spin off) il pubblico ormai dà come l’impressione di aver già visto tutto quello che gli interessava, dimostrando un entusiasmo contenuto nei confronti di quello che, abbastanza sicuramente, è il secondo gioco più interessante di tutti. Secondo appunto, perché il primo ovviamente è DOOM: Eternal, titolo perfetto per chiudere una conferenza videoludica. Bello, rapido, un bel gameplay (finalmente mostrato) e un sacco tamarro: cosa vogliamo di più? Dopo il bellissimo reboot del 2016, questo nuovo gioco di id Software si presenta ancora più violento e creativo del titolo precedente, dando speranze a un sacco di giocatori, compresi quelli su Nintendo Switch, dato che il titolo arriverà anche per loro il 22 novembre.

Non veniteci a dire che non vi ispira un gioco così perché non vi crediamo.

Ricapitolando: tanto fanservice ma nemmeno un accenno a Starfield, tanto Fallout 76 (ce n’era davvero bisogno?), tanto The Elder Scrolls e niente su The Elder Scrolls VI, di cui invece tutto il mondo videoludico attende notizie. Wolfenstein va quasi in secondo piano e a Rage 2, che ha unito la critica in maniera molto positiva, sono stati dedicati solo cinque minuti (meno che a Commander Keen, per intenderci). La conferenza, tirando le somme, non dispiace ma sicuramente delude: troppo spazio a giochi per cui il pubblico ha perso interesse da tempo e troppo poco a quelle novità che potrebbero invece incuriosire tutti quei giocatori non particolarmente legati a questa casa videoludica. Un rischio che, a quanto pare, Bethesda non è disposta a correre.

Dopo la conferenza EA, quella Microsoft e quella Nintendo, cosa pensate di Bethesda? Vi è piaciuta questa conferenza? Volete nuove IP o preferite nuovi capitoli di saghe più vecchie? Fatecelo sapere nei commenti.