Nintendo Network “Noble Six”, come mantenere vivo un sogno

Nintendo Network logo

Era ottobre dell’anno scorso quando Nintendo aveva annunciato la decisione di chiudere quasi tutti i servizi online di Nintendo 3DS e WiiU (ad eccezione, per il momento, della Banca Pokémon e annesso Pokétrasferitore), noti formalmente col nome di Nintendo Network, a partire da inizio aprile di quest’anno. A due settimane dalla chiusura, sei persone (o quasi, ma ci arrivo a breve) sono ancora online.

Se vi chiedete come sia possibile, è presto detto. I servizi online Nintendo sono sostanzialmente “vecchi” (e in questo discorso includo anche l’ultima console della Grande N, che comunque giovane non è, Nintendo Switch), nel senso che i server centralizzati per la maggior parte dei titoli svolgono esclusivamente una funzione di matchmaking, mentre la “vera connessione” è poi di tipo peer-to-peer: sono i giocatori stessi a “mantenersi online” a vicenda, o a restare online in delle lobby (in questo caso) sempre più vuote e desolate. Lo “spegnimento” dei server del Nintendo Network l’8 aprile infatti ha chiuso semplicemente il matchmaking, e mandato un segnale di disconnessione a tutte le console connesse in quel momento. Segnale che però non a tutti è arrivato, in quanto già il 10 aprile erano noti 5 giocatori ancora connessi con i giochi Pokémon di sesta generazione (il PSS è duro a morire, eh?). Il numero noto di giocatori connessi è quindi aumentato (sia chiaro, ovviamente si parla sempre di giocatori che erano già online al momento dello spegnimento dei server, non esistono giocatori che sono stati in grado di connettersi in un momento successivo), ampliando anche la lista di giochi “ancora attivi”, per poi ovviamente ridursi gradualmente sempre di più, fino agli attuali sei giocatori. Sei giocatori, di cui due robot: sì, perché i due giocatori di Mario Kart 7 (unico gioco per cui ancora si può parlare di multiplayer) sono in realtà dei robottini programmati per giocare al gioco di corse, due robottini che giocheranno all’infinito finché uno dei due non riceverà un errore di comunicazione lasciando l’altro come ultimo superstite in un gioco ormai morto.

Nintendo Network logo

La dedizione di questi giocatori, l’affetto verso console che ormai hanno fatto il loro corso ma non per questo non più utilizzate, richiama quanto visto quattordici anni fa con un titolo questa volta di casa Microsoft, sto parlando di Halo 2 e la storia dei “Noble14“, quattordici giocatori che, dopo la chiusura dei server del gioco il 16 aprile 2010, hanno continuato a giocare, venendo via via disconnessi per errori o sbalzi di corrente, fino all’11 maggio, quando anche l’ultimo di quegli irriducibili è stato definitivamente disconnesso, mettendo di fatto la parola fine al multiplayer su quel gioco.

Ovviamente lo sappiamo tutti, come già detto anche in questo sito più volte, nulla è eterno, neanche i nostri giochi, ma dobbiamo sempre tenere a mente quelle esperienze, quei ricordi e, per citare il nostro Ferdinando (torna a scrivere articoli di questo tipo, please), dobbiamo ricordarci di splendere.

Cosa ne pensate? Avete versato anche voi la lacrimuccia per i “Noble 6” di Nintendo? Fateci sapere la vostra, come sempre nei commenti ai nostri canali social!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.