Colonne sonore da non perdere, vol. 6

Sono sempre stato un grande appassionato di musica, cosa che mi ha spinto nel corso della mia vita videoludica ad appassionarmi sempre molto alle colonne sonore e all’ambiente musicale nel quale un videogioco si sviluppa. In questa rubrica presenterò, ogni primo giorno del mese, dieci pezzi musicali dal mondo videoludico che potreste aver perso e che ritengo dobbiate recuperare al più presto. Tengo a fare tre precisazioni:

  • i brani che elencherò potranno, ovviamente, essere fruiti anche singolarmente ma invito tutti a lettori a giocare il gioco in questione ed ascoltarne anche le colonna sonore per intero;
  • non è una classifica: i numeri avranno uno scopo puramente indicativo;
  • CONTIENE SPOILER.

Infine, vi ricordo che potete trovare il primo episodio della nostra rubrica Colonne sonore da non perdere qui, il secondo qui, il terzo qui, il quarto qui ed il quinto qui.

Detto questo, bando alle ciance e cominciamo.

The Last of Us, Pokémon, Super Mario, Fallout, Red Dead Redemption, The Legend of Zelda, Sonic… sarà presente qualcuno di loro in questa rubrica?

1. King’s Ending – Tekken 7 (Namco Studios, 2020)

Colosso dei picchiaduro da quando è entrato in commercio, Tekken non è mai uscito veramente dalle nostre case né tantomeno dalle nostre orecchie. King’s Ending, con il suo approccio incredibilmente diretto, in poco più di quaranta secondi riesce a dare gusto ad un brano che poteva tranquillamente passare inosservato. Un’introduzione accattivante, un riff a metà tra il trash metal ed il metalcore con tanto di doppio pedale, un bridge con accenti sfalsati e una chiusura rapida ed indolore. A volte basta meno un minuto per dire tutto quello che c’è da dire.

Non so bene perché ma mi ricorda un po’ i Testament.

2. Evorsus – Amid Evil (Indefatigable, 2019)

Sequel spirituale di Heretic (1994) ed Hexen (1995), Amid Evil si presenta come un FPS vecchio stampo, però aggiornato e svecchiato nel modo giusto. Evorsus, la 26esima traccia della colonna sonora ufficiale, è un brano ambient di sette minuti abbondanti che dapprima culla il giocatore in un’ambientazione maligna generando un’atmosfera simile alle OST di Quake e Half-Life, salvo diventare sempre più cupa verso la sua metà e poi crescere con percussioni, tromboni e violini che, personalmente, mi ricordano sprazzi della trilogia originale di Halo, in particolare per le ritmiche particolarmente cadenzate. Purtroppo Amid Evil è un gioco piuttosto di nicchia che non è riuscito a imporsi nello spietato mercato degli sparatutto: ricordatevi, però, che anche se il gioco non vende tanto la colonna sonora può dare discrete soddisfazioni. 

“im a simple shooter gamer; raytracing pretty, colors pretty”. Così disse Goomy, un utente di Glitchwave, e io non posso che trovarmi d’accordo.

3. Code of Conduct – Call of Duty: Modern Warfare 2 (Infinity Ward, 2009)

Call of Duty: Modern Warfare 2 è stato uno dei giochi più iconici per la settima generazione di console, portando gli sparatutto “meno competitivi” nelle case di tutti. Ovviamente tante persone giocavano già a Call of Duty e tante altre ad altri FPS ma mai un gioco di questo genere è stato così tanto sulla bocca di tutti prima dello scoppio dei social network. Rust è rimasta nel cuore di tutti noi, così come Ghost e la strage all’aeroporto. Da ricordare, però, è anche la colonna sonora: non vi ricorda un po’ Pirati dei Caraibi? Probabilmente la vostra risposta sarà sì. Questo perché dietro le scene, a dirigere la sezione musicale, ci ha lavorato Hans Zimmer. Classica sviolinata drammatica da opera statunitense particolarmente nazionalista che deve sconfiggere i russi/arabi/giapponesi di turno che, ovviamente, vogliono conquistare il mondo anche stavolta. Però fa il suo sporco lavoro e quindi io la inserisco comunque. 

A rigiocarci oggi è invecchiato piuttosto male ma i ricordi rimangono bellissimi. Anche se il tuo amico prendeva il fucile a pompa akimbo e ti distruggeva 25-0 su Rust (è successo davvero).

4. Launch – To the Moon (Freebird Games, 2011)

Non mi piacciono le avventure grafiche ma forse per To the Moon potrei fare un’eccezione. Eccoci quindi con un pezzo che pare uscito da Aladin, tanto che ascoltandolo ci si può benissimo immaginare Jasmine che vola nel cielo sopra al tappeto volante e osserva la città dall’alto, illuminata dalle stelle. Poi arriva la seconda parte, portata avanti dal pianoforte che attira particolarmente l’attenzione dei fan di Pokémon: le prime tre note sono le stesse di Albanova. Se comparisse adesso Mr. Peanutbutter a dire “Hey ma questo è un episodio crossover!” non si offenderebbe nessuno. In realtà mi offenderei io ma perché non mi piace lui. Ma questo è un altro discorso.

Avete capito la citazione? Se no guardatevi BoJack Horseman, fatelo per il vostro bene.

5. Rip & Tear – DOOM (id Software, 2016)

Accendere i neuroni quando si ascolta la colonna sonora di DOOM è assolutamente vietato. Ascoltate e basta. Prima però, assicuratevi di non poter nuocere alla salute di nessuno intorno a voi.

DOOM è un disco da 60€ con un gioco gratuito incluso.

6. Crypteque – Crypt of the NecroDancer (Brace Yourself Games, 2015)

Partiamo con il dire che ci sono due tipi di persone: chi sente l’inizio di questo pezzo e pensa a Womanizer di Britney Spears e chi mente. In ogni caso, Crypteque si articola su una matrice di stampo dubstep che riesce ad essere coinvolgente e allegra ma, allo stesso tempo, anche un po’ creepy. Crypt of the NecroDancer è un gioco che fa della musica e del ballo le sue colonne portanti, tanto da essere uno dei rhythm game più apprezzati dal pubblico. Crypteque, che mostra una curiosa scelta di suoni “rovinati” incredibilmente ordinata nella sua parte centrale, è uno dei pezzi più emblematici di tutto il gioco e che probabilmente lo ha fatto conoscere a tantissimi giocatori esterni a questo genere. Non mancano infine le sonorità chiptune, che hanno attirato diversi avvezzi all’8-bit come Chipzel (di lui ne parlo nel vol. 3) e che lo hanno portato addirittura ad un remix della stessa Crypteque.

Essere il compositore di un rhythm game non dev’essere per niente facile: per fortuna Danny Baranowsky ci è riuscito alla grande.

7. Super Secret Room – The Binding of Isaac: Rebirth (Nicalis, 2014)

The Binding of Isaac, tra un’espansione e l’altra, è da dieci anni il roguelite più famoso del mondo e la sua fine pare essere incredibilmente lontana. Nel 2021, dopo Afterbirth (2015) e Afterbirth+ (2017), esce Repentance, il terzo DLC di The Binding of Isaac: Rebirth, che sancisce ulteriormente il monopolio del prodotto di Nicalis. Super Secret Room sintetizza perfettamente ciò che è TBOI: un gioco pieno di misteri da scoprire in cui ogni avventura è diversa dall’altra, con una potenzialità immensa ed una rigiocabilità pressoché infinita. In questo brano c’è inquietudine, relax, paura e mistero: tutto ciò che serve al giocatore per sopravvivere in questi dungeon maledetti. 

Bello Isaac, non ci piove, ma ancora non concepisco come una persona su due appassionata del brand abbia più di mille ore di gioco. Non sono un po’ troppe?

8. AZ – Pokémon X & Y (GAME FREAK, 2013)

“Floette… sono passati 3000 anni… sono così felice!”. In questa coppia di giochi, l’unica della sesta generazione di Pokémon, AZ è stato un personaggio molto particolare ed amato quasi da tutti. Pokémon X & Y sono stati titoli altamente discussi e che, fino a prova contraria, sono stati l’inizio della fine per GAME FREAK (da un punto di vista qualitativo, non certamente economico). Con questa triste melodia di solo pianoforte, che strizza l’occhio ad Unwavering Emotions di Pokémon Black & White, anche i più fieri sostenitori delle vecchie generazioni si vedono costretti a rendersi un po’ più umani e ad empatizzare con questo PNG, in un momento altamente commovente che è una delle pochissime cose che si salva di questi giochi. Le Megaevoluzioni sono state abbandonate a loro stesse, Pokémon Z non si vedrà mai, la storia è banale e priva di ispirazione (soprattutto considerando la trama della generazione precedente)… alla fine noi tutti speriamo in un remake che metta a posto e riempia questo gioco vuoto e malfatto. Quanto tempo ci vorrà? Non lo sappiamo, forse non arriverà mai. Ma chi lo sa, magari quando ormai avremo perso le speranze GAME FREAK sarà in grado di stupirci. Siamo tutti un po’ AZ.

“Mega Evoluzioni… sono passate quattro generazioni… sono così felice!” (semicit.)

9. Dead by Daylight (Theme) – Dead by Daylight (Behaviour Studios, 2016)

Anche oggi abbiamo un tema principale piuttosto melanconico: Dead by Daylight ci riporta ai survival horror con un brano forse un po’ doom (no, non il gioco) ma sicuramente triste. Purtroppo questo gioco, che già dall’estetica della copertina vuole riportarci alla memoria Dead Space, non è riuscito a conquistare il cuore dei videogiocatori. Troppi bug, troppi errori di programmazione, troppe superficialità: insomma, quando va tutto bene e tutti fanno quello che devono fare è un buon titolo ma, appena qualcosa non va come deve andare, succede il disastro e l’avventura diventa tragicomica. Questo brano è semplice ed efficace e alla cupa chitarra classica iniziale affianca a lavoro in corso una chitarra elettrica saggiamente distorta, volta ad aumentare la sensazione di smarrimento esistenziale che si dovrebbe provare in un mondo così disastrato. Poteva essere un bel gioco ma forse gli sviluppatori hanno preteso troppo senza essere in grado di farlo. Peccato.

Un gioco forse troppo odiato e che ha comunque saputo regalare tanto divertimento a molti. 

10. Type A – Tetris (Aleksej Pažitnov, 1984)

Sono passati quasi quarant’anni dall’uscita del primo Tetris ed è assurdo che, ancora oggi, sia un titolo giocatissimo da grandi e piccini. Nella sua semplicità, Aleksej Pažitnov è riuscito a dare una scossa terrificante al mercato del videogioco che ancora oggi, in alcuni generi videoludici, mostra i suoi effetti collaterali. A rendere ancora più celebre il titolo è la sua colonna sonora: Type A è una dei pezzi più famosi di tutta la storia del medium ma non tutti sanno che non è propriamente originale. Il brano ricalca infatti nota per nota la melodia principale di Korobeiniki, un canto nazionale sovietico, del 1861. Poiché il copyright era un problema nemmeno immaginabile ai tempi, si può sentire questa canzone popolare in tantissime opere, ad esempio il famoso film The Deer Hunter (Cimino, 1978) con Robert De Niro. Per conservare la sua eternità, Tetris è uscito su pressoché tutte le piattaforme videoludiche mai esistite e in tutte le modalità possibili, con annessi svariati remix di Type A. Se riesce a vendere anche Tetris 99 (Arika, 2019), che sostanzialmente è una battle royale con gli storici tetramini, significa che con ogni probabilità quando lasceremo questo mondo Tetris sarà ancora negli store a generare profitto. 

In realtà questo pezzo famosissimo non è il tema originale di Tetris: il brano in questione, infatti, è solo un adattamento alla versione Game Boy del 1989. Meglio tardi che mai, no?

Il sesto episodio di questa rubrica finisce qui. Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Quanti di questi brani e colonne sonore conoscevate già? Fateci sapere tutto nei commenti. Ah già, quasi dimenticavo: da oggi potete trovare su Spotify la playlist Johto World, nella quale aggiungerò volta per volta tutte le colonne sonore che discuterò con voi (solo le versioni originali, se un brano non c’è pazienza). Seguiteci anche su Facebook, Instagram e Telegram!