Annunciata il 27 febbraio 2023 durante un Pokémon Presents, la miniserie La concierge Pokémon, prodotta da Dwarf Animation Studio in collaborazione con GAME FREAK, è stata rilasciata lo scorso 28 dicembre su Netflix.
L’opera, diretta da Ogawa Iku, già regista del graziosissimo Rilakkuma e Kaoru del 2019, consta di 4 puntate dalla durata di circa 15-25 minuti ciascuno. Questa brevità è da imputare alla complessità della tecnica scelta per la realizzazione della serie: lo show, infatti, è il primo prodotto del franchise Pokémon girato in stop-motion. L’utilizzo della computer grafica è limitato soltanto ai fondali; i personaggi umani, i Pokémon, gli edifici e gli oggetti sono tutti modellini, assemblati mediante l’utilizzo di materiali differenti – argilla, resine, plastiline, tessuti – e con una grandissima cura del dettaglio. Particolarmente efficace appare soprattutto la fattura dei pupazzi delle diverse decine di Pokémon messi in scena, realizzati ciascuno con eccezionale attenzione per i particolari, differenziando i materiali impiegati allo scopo di rendere con maggiore fedeltà le varietà di pelle e di manto.
L’effetto complessivo è quello di una casa delle bambole coloratissima e visivamente deliziosa, nella quale ciascun fan può divertirsi ad individuare i (numerosissimi) riferimenti alla serie animata ed ai videogiochi Pokémon.
Se la miniserie si presenta innovativa già a partire dalla tecnica utilizzata, l’aspetto sotto il quale La concierge Pokémon si differenzia maggiormente dai prodotti principali del franchise sono tuttavia i contenuti tematizzati.
Un’altra faccia di Pokémon
In netto contrasto con la massima parte dei progetti Pokémon, perlopiù incentrati sulla lotta e la competizione, la serie di Iku mette da parte scontri, Allenatori e Palestre (nemmeno menzionati all’interno della serie!) e rende protagonista l’aspetto più pacifico e meno conosciuto del marchio, concentrandosi sul rapporto tra esseri umani e Pokémon, messo in scena in un contesto originale e in modo convincente.
Mediante questa scelta, La concierge Pokémon riesce inoltre, in un’epoca nella quale, a seguito dell’avvento della nona generazione, il numero dei Pokémon ha superato il migliaio, a restituire personalità ed individualità a Pokémon che vengono da tempo presi in considerazione soltanto per il valore competitivo o sono addirittura precipitati nel dimenticatoio. Facendo interagire umani e Pokémon in un contesto privo di rivalità e pericoli, il focus è completamente spostato sul temperamento di questi ultimi e grandissimo spazio è concesso alla messa in scena della crescita psicologica dei personaggi, in primis ovviamente della protagonista dell’opera.
Haru, everyday woman
Un altro fra i punti di forza della serie è infatti la protagonista, Haru – interpretata nell’adattamento italiano da Valentina Pallavicino, già doppiatrice di Clem e di alcuni personaggi minori nella serie animata principale, ed in lingua originale dalla celebre idol Non.
Haru è una giovane donna che, dopo una settimana particolarmente terribile, decide cambiare vita e lavoro, accettando l’incarico di concierge presso il Pokémon Resort, incantevole villaggio vacanze situato su un’isola tropicale che offre ospitalità ad umani e Pokémon. L’impiego di Haru consiste proprio nell’occuparsi di questi ultimi. Da principio ansiosa e stakanovista, dopo le iniziali difficoltà troverà – con l’aiuto della direttrice Watanabe e degli altri operatori Tyler ed Alisa, ma soprattutto grazie alla relazione con i Pokémon, in primis Psyduck – la propria serenità nell’atmosfera distesa e rilassata dell’isola.
Conclusioni
La concierge Pokémon è stata senz’altro una piacevolissima sorpresa. Innovativa e realizzata con meticolosissima cura, prende le distanze da quei sempre più numerosi prodotti seriali – purtroppo anche a marchio Pokémon – ideati focalizzandosi sulla quantità piuttosto che sulla qualità.
Malgrado la breve durata, la didascalica semplicità e l’atmosfera distesa e spensierata, la serie è in grado di emozionare e scaldare il cuore in modo genuino, facendosi portatrice di messaggi che, per quanto non inediti, è comunque vitale ribadire, tanto più in un clima culturale nel quale vengono promossi con sempre maggior insistenza ideali del tutto contrari: l’importanza del benessere emotivo e l’accettazione di sé.
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Classe 1994, ho imparato a leggere giocando a Pokémon Rosso. Appassionata di vintage, ma con un occhio sempre attento anche alle novità ⭐
“Nullius boni sine socio iucunda possessio est.“