La serie di Metroid è tra le prime nate in casa Nintendo, ma anche una delle più bistrattate dalla grande Enne, nonostante abbia dato il nome a un intero sottogenere dei giochi di azione e avventura: i metroidvania, in coppia con la serie di Konami Castlevania.
Le origini
La lunga storia di Metroid inizia nello storico R&D1 diretto dal compianto Gunpei Yokoi, quando nel 1986 (un solo anno dopo Super Mario Bros. e lo stesso anno di The Legend of Zelda) esce su Famicom Disk System il primo capitolo della serie, Metroid per l’appunto.
Tra le altre figure importanti per lo sviluppo del primo gioco troviamo anche Hiroji Kiyotake (la persona che ideò il design di Wario), Satoru Okada (uno dei creatori del Game Boy originale) e, soprattutto, Yoshio Sakamoto.
Il primissimo Metroid mette le basi per l’intera saga (o, almeno, per i titoli 2D): una vasta mappa divisa in diverse stanze di accesso più o meno facile, creature aliene come gli spietati Pirati Spaziali, gli iconici Metroid, il (molto spesso) dimenticato Krayd, Mother Brain e la nemesi del giocatore Ridley. Ma ovviamente non scordiamoci del personaggio principale, un silenzioso supersoldato dotato di una speciale tuta, che non parla quasi mai, Master Ch… ahem, Samus Aran: apparirà per tutto il gioco nella sua armatura, e solo finendo la partita, in meno di cinque ore circa, si potrà scoprire che il cacciatore di taglie è una cacciatrice. Ebbene sì, il misterioso protagonista di Metroid in realtà è una donna.
Metroid è infatti tra i primi videogiochi (e le prime serie) ad avere una donna come protagonista: ben 10 anni prima dell’apparizione di Lara Croft nel primo Tomb Raider o di Jill Valentine in Resident Evil.
È assai probabile che nel 1986 diversi giocatori siano rimasti sorpresi, anche per merito di una certa password da inserire nel gioco occidentale (la versione giapponese aveva invece un vero e proprio sistema di salvataggio, dovuto al fatto che il Disk System era più potente rispetto alle classiche cartucce del NES), JUSTIN BAYLEY, che permette di giocare l’intero gioco con Samus senza l’armatura, mentre indossa solo un costume da bagno intero, di colore rosa. Altre password famose includono NARPAS SWORD (che garantiva vita e munizioni infinite), ENGAGE RIDLEY MOTHER FUCKER (password valida per il sistema di gioco ma che semplicemente faceva crashare tutto) o quella a tema Pokémon ODDISH TAUROS MEWTWO VULPIX (che però non ha alcun tipo di utilità in quanto non permette di bypassare alcunché).
Il primo gioco non approfondiva molto le origini della nostra cacciatrice di taglie: era stata mandata su Zebes, pianeta natale dei Pirati Spaziali e un tempo una delle tante colonie dei Chozo (una razza aliena ormai estinta ma che verrà nominata molto spesso nel corso della saga, creatori dei Metroid, della Tuta di Samus e responsabili del suo addestramento), da una non ben specificata Federazione Spaziale per fermare la minaccia dei Pirati, guidati da Ridley e Mother Brain, e dei Metroid, creature all’apice della catena alimentare frutto di ingegneria genetica volta alla creazione di un’arma da guerra e capaci di risucchiare l’energia vitale delle proprie prede.
I giochi successivi approfondiranno però la storia.
Dal NES al Game Boy Advance
I titoli successivi sono:
- Nel 1991, per il Game Boy classico, Metroid II: Return of Samus
- Nel 1994, per SNES, Super Metroid
- Nel 2002, per Game Boy Advance, Metroid Fusion
- Nel 2004, sempre per Game Boy Advance, Metroid Zero Mission.
In Metroid II: Return of Samus vediamo la nostra cacciatrice di taglie preferita sul pianeta natale dei Metroid, chiamato SR388: dopo la fine del primo gioco (in mezzo ci sarebbero altre avventure… O forse no, ma ci arriveremo dopo) la Federazione ha deciso che queste creature sono troppo pericolose e quindi devono essere eliminate una volta per tutte. Ovviamente le cose non vanno così, dato che Samus decide di salvare un cucciolo che si schiude esattamente di fronte a lei, e che sarà fonte di avventure successive.
Return of Samus è famoso per due motivi: il finale, con la schiusa dell’uovo di fronte a Samus, è stato programmato senza l’approvazione di Sakamoto, ed è il primo gioco della serie a introdurre il power-up della Termotuta con le iconiche spalline: mentre nel titolo precedente bastava “far cambiare colore” allo sprite di Samus quando otteneva una nuova tuta, per ovvi motivi questo non era possibile su Game Boy (visto che lo schermo non supportava i colori), pertanto si decise di creare il design che tutti conoscono.
In Super Metroid il cucciolo viene rapito da dei redivivi Pirati Spaziali guidati da una rinata Mother Brain (ovviamente non può mancare per l’ennesima volta Ridley) e portato nuovamente su Zebes, che verrà distrutto al termine del gioco, dopo un duello finale contro MB dal finale tragico.
Ma non è finita qui, dato che nel mentre su SR388 una nuova minaccia potrebbe causare problemi alla Federazione: si tratta degli X, una nuova specie aliena parassitoide capace di replicare altre creature… inclusa Samus stessa! Sono queste le premesse di Fusion, cronologicamente l’ultimo gioco della serie.
Durante il gioco si scoprirà che anche la Federazione ha deciso di creare i propri Metroid da usare in battaglia, creandoli a bordo di una stazione spaziale (unico ambiente del gioco, anche se diviso in diversi habitat) in orbita attorno a SR388, che nel finale verrà distrutto da Samus per porre definitivamente fine sia alla minaccia degli X che a quella dei Metroid, ma inimicandosi la Federazione. Unico altro personaggio con cui si potrà interagire nel gioco è un computer della Federazione soprannominato da Samus ADAM in onore di un suo vecchio amico.
Ultimo dell’elenco è Metroid Zero Mission, un remake del titolo per NES, che racconta una nuova versione della storia classica: il gioco si svolge infatti nello stesso modo del primissimo capitolo della saga, ma, sconfitta Mother Brain, tentando di fuggire da Zebes, la protagonista viene fatta precipitare nuovamente sul pianeta. Nell’impatto anche l’iconica armatura della cacciatrice di taglie viene danneggiata, ed è quindi costretta a usare la Tuta Zero (la divisa blu famosa anche per le sue apparizioni nella serie di Smash Bros.) e un blaster paralizzante per farsi nuovamente strada lungo rovine abbandonate e altre nuove aree del pianeta.
La parentesi Metroid Prime
Mentre i giochi fin qui elencati corrispondono perfettamente alla definizione di metroidvania, diverso è il discorso per i capitoli della serie pubblicati su GameCube, Nintendo Wii e Nintendo DS. Metroid Prime, Metroid Prime 2: Echoes, Metroid Prime 3: Corruption e lo spin-off Metroid Prime Hunters passano alle tre dimensioni e alla visuale in prima persona, introducendo nuova lore nella serie e nuovi pianeti, una nuova nemesi denominata Samus Oscura e il Phazon, un pericoloso materiale che avrà notevole importanza per tutta la trilogia, ma soprattutto cambiando genere, passando a quello degli sparatutto. Ma andiamo con ordine.
Ambientata cronologicamente tra Metroid e Metroid II, la “serie nella serie” segue l’ordine Prime, Hunters, Echoes e Corruption, ma stando ad alcune affermazioni di Sakamoto potrebbero non essere dei giochi canonici, ed in effetti da un certo punto di vista è anche vero: i riferimenti ai giochi “classici” sono presenti nella serie Prime, ma non viceversa. Inoltre i Prime sono stati sviluppati dall’americana Retro Studios senza la sua direzione. Ma discutere la canonicità o meno di questa serie nella serie non è lo scopo di questo articolo, per cui sorvoleremo questo argomento.
La trama dei vari Prime (ad eccezione di Hunters) è collegata, come già detto prima, dal Phazon (tanto da essere anche soprannominata tra i fan la Trilogia del Phazon) e da Samus Oscura.
La storia inizia con un SOS lanciato da una nave dei Pirati Spaziali orbitante attorno a Tallon IV, una ex colonia Chozo. Sulla nave Samus scopre una creatura mutata orridamente dal Phazon nonché una nuova incarnazione di Ridley, che però fugge sul pianeta. Partendo all’inseguimento, la nostra cacciatrice di taglie vagherà per il pianeta alla ricerca della sua nemesi, scoprendo così che il pianeta è sull’orlo di una crisi ambientale per colpa del Phazon. Dopo aver sconfitto per l’ennesima volta Ridley (nella forma di Meta Ridley) e aver avuto accesso al tempio Chozo al centro del pianeta, si scopre che anni addietro Tallon IV era stato colpito da un meteorite che ha generato tutto il Phazon presente sul pianeta, e che un Metroid dopo anni che era rimasto a contatto con la sostanza mutagena è diventato una creatura chiamata Metroid Prime. Apparentemente sconfitta, la creatura tornerà nei giochi successivi sotto forma di Samus Oscura.
Da intermezzo fra Prime e Echoes si trova Hunters, in cui Samus e altri sei cacciatori di taglie (tra cui l’unico degno di nota, per motivi che verranno meglio compresi a breve, è Sylux, un terrorista ricercato dalla Federazione) si daranno battaglia nel sistema planetario alimbico per recuperare un’arma di distruzione di massa. Dopodiché, in Echoes, Samus si ritroverà sul pianeta Aether e sulla sua controparte oscura (dal fantasioso nome di Aether Oscuro), creatasi dopo l’impatto di un altro meteorite al Phazon e situata in una specie di limbo extradimensionale. Qui dovrà aiutare la razza aliena dei Luminoth nella loro guerra contro gli Ing originari della dimensione oscura, scoprendo con orrore l’esistenza di Samus Oscura e sconfiggendola una seconda volta (ma per la prima volta in quella forma), distruggendo al contempo Aether Oscuro. Ma la vendetta del clone malvagio non tarda ad arrivare: l’inizio di Corruption vede infatti Samus e altri tre cacciatori infettati col Phazon da una rediviva Samus Oscura e la nostra cacciatrice di taglie preferita viaggerà per diversi pianeti per eliminare definitivamente dalla galassia il Phazon, arrivando a distruggere il pianeta natale della sostanza e la sua nemesi. Nel filmato finale vediamo la navicella di Samus nello spazio seguita da una navicella sconosciuta che si scoprirà tramite interviste successive appartenere proprio a Sylux.
I tre giochi per console fisse sono stati poi raccolti in un unico disco (con l’aggiunta del supporto al WiiMote per i giochi originariamente usciti su GameCube) sotto il nome di Metroid Prime Trilogy.
Gli ultimi giochi
Dopo questa parentesi gli ultimi giochi usciti sono:
- Nel 2010, per Nintendo Wii, Metroid Other M
- Nel 2016, per Nintendo 3DS, Metroid Prime: Federation Force
- Nel 2017, per Nintendo 3DS, Metroid Samus Return
Other M è, a detta dei fan, uno dei peggiori giochi della serie (infatti, per scherzare, solitamente mi riferisco a questo gioco come “il Metroid che è piaciuto a tre persone: Sakamoto, sua madre e me”), sviluppato dal Team Ninja e cronologicamente ambientato quasi immediatamente dopo il tragico finale di Super Metroid. Vediamo così per la prima volta una Samus Aran diversa dal solito, alle prese col suo lato umano, quasi come se si ritrovasse bloccata da un PTSD. Un altro motivo per cui ai fan questo capitolo della serie non è piaciuto è molto probabilmente il sistema di controllo: una sorta di ibrido fra il classico metroidvania e Prime, un po’ platform-adventure e un po’ first-person-shooter (in quanto normalmente il gioco era in terza persona ma per poter usare alcune armi, come ad esempio i missili, e superare alcune sezioni di gioco era necessario cambiare visuale passando alla prima persona).
La storia si svolge a bordo della Stazione Arca, una nave della Federazione ospitante un laboratorio segreto, su cui Samus è atterrata in risposta all’ennesimo segnale di SOS. Tra “vecchie conoscenze mai apparse prima” (il suo ex-istruttore Adam Malkovich e Antony Higgs, un ex commilitone dei tempi in cui era sotto addestramento della Federazione), intrighi, complotti e tradimenti, la missione porta Samus ad esplorare la stazione spaziale scoprendo che la Federazione ha ricreato gli ambienti di Zebes (distrutto poco tempo prima) per accelerare lo sviluppo di bioarmi (come un tipo di Pirata Spaziale, almeno nei piani, fedele alla Federazione, una nuova Mother Brain, dei nuovi Metroid e, anche se solo per errore, un nuovo Ridley).
C’è abbastanza poco da dire invece riguardo a Federation Force: è un gioco di Metroid… senza Samus (o quasi). Ambientato poco dopo gli eventi di Corruption (e quindi il primo Prime “dopo la trilogia del Phazon”), i protagonisti sono dei marines della Federazione che svolgono missioni di varia natura nel Sistema Bermuda a bordo di mech da combattimento che sostituiscono così la Tuta da Battaglia di Samus. La nostra cacciatrice di taglie comparirà, come PNG, in un paio missioni del gioco e nel finale segreto comparirà anche un’altra vecchia conoscenza: Sylux. Tristemente, lo spin-off è anche uscito in concomitanza del trentesimo anniversario della serie.
Infine, passando a Samus Return, come ai tempi Zero Mission (remake del primo Metroid) aggiunse una parte dopo il finale originale, anche questo titolo aggiunge una sequenza aggiuntiva rispetto al suo originale Return of Samus insieme a un nuovo boss finale.
Che fine ha fatto Samus Aran? E che futuro può avere la serie Metroid?
Inutile dire che ero entusiasta quando è stato annunciato, negli spotlights della conferenza E3 del 2017, l’arrivo in futuro di Metroid Prime 4. E che dopo l’annuncio del fatto che il suo sviluppo è dovuto ripartire da zero mi sono parecchio inalberato.
Ora, l’E3 2019 è alle porte, e alcune indiscrezioni sembrano suggerire che possa arrivare l’annuncio di un Metroid Prime Trilogy HD per “consolare” i fan in attesa di una non ben specificata data di annuncio per Prime 4 dove si spera che si risolva la questione, lasciata in sospeso ben due volte, di Sylux.
Inutile dire che le premesse per il futuro della saga non sono esattamente rosee: al trentesimo anniversario abbiamo avuto uno spin-off, e ormai sono passati 9 anni dall’ultimo titolo originale non spin-off (per mettere il tutto in prospettiva, solo le serie Mother e F-Zero mancano da ancora più tempo, dato che persino Kid Icarus ha avuto un nuovo capitolo nel 2012, ben 21 anni dopo l’uscita del secondo capitolo).
Può una serie storica reggersi solo su remake, spin-off, remastered o reboot fatti per “tenere buoni” i fan in attesa del nuovo capitolo? A meno che non parliamo della serie di Star Fox, la risposta a mio avviso è quasi sicuramente no.
Non credo che la storia di questa saga possa considerarsi conclusa, e spero che Nintendo riesca a rivalorizzarla, approfondendo parti ancora solo accennate della storia di Samus: l’addestramento coi Chozo o coi marines della Federazione (già visto nel manga – unico esempio di manga canonico tra le serie Nintendo – ma non approfondito), la questione di Sylux (che spero si risolverà con Prime 4) o eventi successivi a Fusion, ad esempio.
So che probabilmente toccherà aspettare ancora diverso tempo, ma sono sicuro che prima o poi vedremo una degna conclusione della serie, ammesso che Nintendo se ne ricordi.
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.