Il 24 giugno 2020 alle 15:00 è andato in onda il Pokémon Presents che ha rivelato al mondo l’esistenza di Pokémon UNITE, il “big project” nato dalla collaborazione tra The Pokémon Company e il gigante cinese Tencent anticipato giusto una settimana prima nel Pokémon Presents precedente da Tsunekazu Ishihara in persona. Ma da subito c’è qualcosa che non va: i commenti live alla diretta sono stati quasi esclusivamente negativi, e il rapporto like/dislike era molto sproporzionato verso i pollici in giù, tanto che per il video in lingua giapponese sono stati disattivati, mentre nei video in lingua inglese al momento in cui sto scrivendo questo articolo ci sono 75mila like e 163mila dislike per la diretta completa, e 18mila like e 54mila dislike per il solo trailer. Viene quindi da chiedersi: che cosa è andato storto?
Un MOBA coi Pokémon
Pokémon UNITE sarà, come visto nel video, un nuovo spin-off che si addentra in un genere che il marchio Pokémon non aveva ancora affrontato: il MOBA, abbreviazione di Multiplayer Online Battle Arena. Il genere è già noto ai più per titoli come DotA 2, League of Legends o Heroes of the Storm, oltre che una innumerevole sfilza di cloni più o meno riusciti.
Quindi, perché un MOBA? Semplicemente, mancava. Abbiamo avuto GDR (tutta la serie principale e i vari Ranger), dungeon crawlers rogue-like (i Mystery Dungeon), dei picchiaduro (affrontati anche in maniera differente con Pokkén e la serie Smash Bros.), cloni di Candy Crush (la serie di Pokémon Link), gacha (Pokémon Masters) e così via. I MOBA mancavano ancora all’appello.
Ed è quindi in quest’ottica che la collaborazione con Tencent inizia ad avere una parvenza di motivazione sensata: sono infatti loro i proprietari di Riot Games e gli autori di League of Legends. Come già successo con Niantic (sviluppatori di Ingress) per Pokémon GO, il fatto che TPC chieda a uno dei massimi esperti del genere una collaborazione inizia ad assumere dei contorni già più definiti. Ma ovviamente c’è dell’altro.
Pokémon UNITE: un Pokémon destinato al mercato cinese?
Può sembrare strano ma, nel 2020, Nintendo ha ancora grosse difficoltà ad entrare nel più grosso mercato del mondo, quello cinese. Negli anni ci hanno provato in maniera piuttosto subdola con alcune loro console “modificate”, col nome di iQue: l’iQue Player (un Nintendo 64), l’iQue GBA (incluse le varianti SP e Micro), l’iQue DS (e DSi), e infine l’iQue 3DS XL. Più una manciata di giochi per ciascuna console, che più che giochi veri e propri erano demo. Ma questo cambia all’incirca nel 2018 quando viene annunciata finalmente l’uscita di Nintendo Switch in Cina grazie a una partnership tra Nintendo e Tencent.
Ma attenzione: anche se finalmente Nintendo rilascia una sua console col suo nome vero nel territorio cinese, la Tencent Nintendo Switch è decisamente diversa da una Nintendo Switch tradizionale. Prima di tutto, è region-locked. Il che vuol dire che le cartucce che girano nel resto del mondo non verranno mai lette da questa console (e viceversa). In secondo luogo, per accedere ai servizi non serve un account Nintendo, ma un account WeChat.
E i giochi rilasciati sono pochi. Decisamente pochi. E quelli che sono già usciti all’estero sono anche censurati.
Per approfondire suggerisco di leggere diversi tweet di questo account che cataloga tutte le differenze tra le console Nintendo/iQue cinesi e quelle mondiali (oltre che a altri dettagli interessanti, su giochi e servizi offerti).
È quindi in questa ottica che risulta evidente come nel mercato cinese ci siano molti più “spazi vuoti” da riempire rispetto al mercato globale.
Pokémon UNITE serve a riempire l’assenza di MOBA su “Tencent Nintendo Switch”, piuttosto che su Nintendo Switch.
Un big project, ma per chi?
Risulta quindi sempre più evidente che Pokémon UNITE, il “grosso progetto” che aveva in serbo The Pokémon Company, sia in realtà un grosso progetto per la compagnia, per Nintendo e forse per il pubblico cinese. Non certo per i fan della serie. Ma quindi perché definirlo in questo modo e dedicargli un Pokémon Presents tutto suo?
Perché è ovviamente una collaborazione importante anche per Tencent. In gran parte, perché dopo la collaborazione con Nintendo riescono a incassare anche quella con The Pokémon Company, proprietaria del brand numero uno al mondo. E questo potrebbe anche essere un problema.
Tencent: l’unico elefante nella stanza?
È inutile nascondere la polvere sotto al tappeto: Tencent è una figura problematica con cui collaborare. Per molti motivi, e tutti diversamente validi.
Tra le varie critiche troviamo la recente questione del sistema anticheat di uno degli ultimi loro titoli, Valorant, o le accuse mosse al fondatore riguardo le varie scopiazzature. E non sono questi i problemi più preoccupanti.
Si parte infatti dalle cause legali contro chi critica la società ai vari tentativi di censura delle notizie dall’estero o interne, soprattutto legate a questioni politiche o al profiling delle persone online con il riconoscimento facciale.
D’altro canto, però, se è indubbio che i problemi di una collaborazione con Tencent siano parecchi, è anche vero che le critiche verso i titolari del brand Pokémon e i suoi sviluppatori e creatori esistevano già ben prima di questo annuncio.
Almeno da Pokémon X e Y è infatti evidente la presenza di un sempre maggior numero di fan scontenti della piega che sta prendendo la serie di videogiochi; è noto anche che nell’ultimo periodo siano diventati sempre più rumorosi e, talvolta, pericolosi (sembrerebbe che una ristretta minoranza di fan, dopo l’annuncio della Dexit, sia arrivato a scrivere minacce di morte a Masuda, Ohmori, Turner o anche Joe Merrick).
In più, l’aver lanciato un “semplice” MOBA free-to-start dopo la promessa di rivelazioni su di un “big project” ha creato hype in quella parte della fanbase che comunque ripone ancora fiducia nella saga. Non ci si dovrebbe stupire quindi se più di una persona ha detto “tutto qui?” dopo aver chiuso il Pokémon Presents.
Personalmente, ero abbastanza sicuro che non ci sarebbero stati annunci grossi (già Daniele l’aveva ipotizzato), ma la curiosità era tanta: sarà Pokémon Sleep? Resusciteranno un altro spin-off dopo Snap? Saranno aggiornamenti importanti per Masters in vista di qualche tipo di ricorrenza? Le domande le avevo, magari anche aspettative diverse da quelle del resto della fanbase (Let’s Go Johto era pure diventato trend topic su Twitter), ma sono comunque rimasto deluso.
Inoltre, i precedenti spin-off free-to-play Pokémon non hanno avuto un futuro felice:
- Pokémon Duel, mai rilasciato in Europa, attivo per soli due anni (2017-2019);
- Pokémon: Magikarp Jump, con un ultimo aggiornamento che ha rilasciato contenuti solo tre mesi dopo il lancio (2017);
- Pokémon Shuffle, aggiornato con eventi dal lancio nel 2015 al 2018;
- Pokémon Quest, che nonostante il datamine del gioco facesse supporre il contrario, non ha mai avuto aggiornamenti dal lancio (2018);
- Pokémon Rumble Rush, chiuso dopo solo un anno dal rilascio (2019-2020);
- Pokémon Rumble World, mai aggiornato dopo il rilascio (2015), che ha però avuto una release fisica su cartuccia.
Esistono due sole eccezioni: Pokémon GO e Pokémon Masters. Il primo continua a godere di un successo ineguagliato, mentre il secondo vede nuovi contenuti rilasciati periodicamente. Ma c’è comunque da ricordarsi che entrambi hanno avuto bisogno di grossi aggiornamenti dopo il lancio per mantenere abbastanza alto il livello di engagement del pubblico, cosa che ovviamente non è avvenuta per buona parte degli altri free-to-start.
Un reveal sbagliato?
Ci si può quindi domandare se il Pokémon Presents del 24 giugno sia stata l’occasione sbagliata per rivelare Pokémon UNITE. Dal mio punto di vista, sì.
Se fosse stato rivelato la settimana precedente, insieme a tutti gli altri giochi mobile, le reazioni sarebbero probabilmente state non dico più positive, ma per lo meno neutre. Magari lasciando i riflettori a New Pokémon Snap. Così però non è stato, e il risultato è sotto gli occhi del mondo intero.
Cosa ne pensate? Trovate le critiche a Pokémon UNITE e al Pokémon Presents sensate, o difendete la scelta fatta da The Pokémon Company? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti qua sotto.
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.