Ieri, 13 aprile, è stato mostrato il terzo e ultimo trailer dedicato a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, l’attesissimo sequel di Breath of the Wild, uscito nell’ormai lontano 2017. Per noi sono passati ben sei anni: ma quel che abbiamo visto ieri potrebbe suggerirci che anche per Hyrule e i suoi protagonisti è passato un po’ di tempo. Oggi iniziamo con il primo di una serie di articoli per sviscerare attentamente il trailer, e tutto quel che è stato mostrato in seguito – come, ad esempio, gli update e gli artwork del sito ufficiale – per capire meglio cosa possiamo aspettarci da questa nuova avventura. Oggi ci occupiamo della vecchia, nuova Hyrule; intanto, se volete recuperare il trailer, lo trovate qui:
Cosa abbiamo visto
Cosa abbiamo visto ieri quindi? Una bella scorpacciata di cutscene e informazioni di trama – finalmente, per la maggior parte dei fan, visto che le immagini dei primissimi trailer (qui il teaser dell’E3 2019, qui il primo, qui il secondo) avevano rivelato davvero poco, e il trailer del 28 marzo invece si era soffermato solo ed esclusivamente sul gameplay.
In questo nuovo trailer vediamo tanto, tantissimo, per qualcuno anche troppo: dagli scorci di una Hyrule profondamente diversa (e non sono per la presenza di isole fluttuanti nel cielo), a nuove cutscene tutte di trama; c’è Zelda che cade nell’abisso oscuro, nonostante i tentativi di Link di afferrarla (con il braccio corrotto dalla malignità di Ganon, forse, o ancora peggio); sempre lei, vestita con abiti decisamente diversi, e altrove, accompagnata da figure misteriose; la Spada Suprema, integra; Link che si ritrova a viaggiare, esplorare e combattere nuovi mostri, in nuovi dungeon, accompagnato da un giovane Rito, Riju, e Sidon; di nuovo Zelda, che tenendo in mano una strana gemma a forma di goccia, o lacrima (la stessa che sembrano indossare anche Riju, Sidon e l’antagonista), afferma di dover fare qualcosa che solo lei può fare. E, ovviamente, Ganondorf, in tutta la sua forza, preceduto qualche frame precedente forse da qualcun altro di associabile a lui. In chiusura, su quella che sembra un’isola fluttuante, Zelda implora Link di andarla a cercare.
Altro giro altra corsa; nuovo gioco di The Legend of Zelda, ma sempre quelli i punti rimangono: Zelda che deve essere raggiunta, Ganon(dorf) che deve essere sconfitto, Link che deve affidarsi alla Spada Suprema; tutto e nulla di nuovo sull’orizzonte di attesa.
Un futuro per Hyrule
Cosa hanno fatto Link e Zelda, in un’Hyrule finalmente libera dal giogo maligno di Ganon, eppure così estranea e diversa dalla loro? Cosa rimane da fare a questi due ragazzi, giovani ma con un passato traumatico alle spalle, figli di un’altra epoca? Quale sarà il loro ruolo nella società Hylia? Adesso che la zona del castello è tornata agibile, gli abitanti di Finterra e del Villaggio Vappesca proveranno a ricostruire? Per quanto il finale di Breath of the Wild dia qualche indizio, queste sono le domande che mi sono posta ogni volta che ho finito il gioco – sia prima che ne venisse annunciato il sequel, che, ovviamente, dopo. Il teaser del 2019 non ha fatto che farne sorgere delle altre: e quindi quanto tempo è passato? Cosa sta succedendo? Siamo abituati a vedere i buoni trionfare sui cattivi, ma non siamo (purtroppo) abituati a vedere cosa viene dopo: l’aftermath, gli eroi che finalmente possono respirare, riprendersi, e devono poi fare i conti con quel che è successo loro e quel che è rimasto, adesso, da gestire.
I cambiamenti di Hyrule causati dalla “nuova calamità”…
E questa Hyrule è diversa da quella che abbiamo lasciato; perché non c’è più la malignità di Ganon a disturbare la vita dei suoi abitanti e a rendere invivibile la zona centrale della regione, e non solo. Certo, ci sono le conseguenze della nuova “fonte” di problemi, in questo trailer più visibili che mai: il Castello di Hyrule si è innalzato sopra il livello del suolo, macigni cadono dal cielo, vere e proprie zolle di terreno fluttuano tra le nuvole sopra la regione; a terra sono comparsi degli strani disegni luminosi; orde di mostri, vecchi e nuovi, infestano le terre di Hyrule, cosparse qua e là da massi caduti dal cielo. Per ogni inquadratura scopriamo però qualcosa di nuovo: non sono solo macigni a essere caduti dall’alto, ma anche pezzi di costruzioni “umane”, pietra lavorata per un fine sia strutturale che estetico: possiamo vederli in varie panoramiche, nei pressi del Villaggio Calbarico, ad esempio; anche la zona del Deserto Gerudo ha subito dei cambiamenti: da quel che si intuisce nel trailer, un nuova struttura si erge dalle sabbie. Tutti stravolgimenti causati dal nuovo antagonista, che hanno ridisegnato il panorama di Hyrule.
Ci sono altri cambiamenti, altrettanto interessanti, e riguardano la tecnologia ancestrale: i sacrari, dispersi in tutta Hyrule, sono adesso scomparsi e nelle zone circostanti sono comparsi massi sormontati da spirali di luce verde; anche le torri Sheikah sono scomparse, sostituite da altre torri, in zone diverse, con dei fari che le illuminano dal basso. Un po’ come se qualsiasi cosa sia successa avesse fatto sparire o convertito la tecnologia Sheikah in (possiamo dirlo adesso, con cognizione di causa) tecnologia (o “tecnomagia”) Zonai (per usare il termine inglese, di cui ancora non abbiamo il corrispettivo italiano).
Menzione d’onore per il Castello di Hyrule: per una manciata di frame nel trailer si vede Link all’interno del Torrione Principale, in perfette condizioni, ai fasti di un tempo. Un flashback, o una visione? Solo ipotesi al momento.
…e quelli un po’ diversi
Ma questa Hyrule è davvero diversa da quella che abbiamo lasciato, e in un senso ancora più profondo: nella piazza centrale del borgo del Castello di Hyrule, che abbiamo potuto ammirare in tutta la sua bellezza in Hyrule Warriors: Age of Calamity, adesso ci sono delle tende; segno di una civiltà, quella Hylia, che prova a riprendersi gli spazi che Ganon 100 anni prima aveva devastato e poi sottratto loro.
Non solo: il Villaggio Finterra, di cui abbiamo una rapida inquadratura, si presenta rinnovato, con nuove strutture dalla forma bizzarra a forma di fungo, per un cambiamento che sembra essere avvenuto spontaneamente, e indipendentemente dagli eventi legati a Ganon(dorf). Gli Hylia ricostruiscono, tornano a muoversi per Hyrule (la dice lunga il piccolo frame dedicato a Link che a cavallo conduce un carro – creato da lui, evidentemente – con degli Hylia a bordo), e lottano per difendere quello che hanno: possiamo vederli combattere, assieme a Link, di fronte alla Muraglia di Finterra, il luogo della battaglia campale che 100 anni prima aveva decretato la sconfitta e caduta (temporanea) di Link.
E non solo: gli Hylia combattono per se stessi, per tutti gli altri e con tutti gli altri. Un’altra piccola manciata di frame ci mostra Link al comando di un risicato manipolo di combattenti, formato da Hylia ma anche da un Goron e da una Gerudo. Perché ovviamente c’è posto anche per loro nel trailer: oltre a Riju, anche lei con i capelli corti come Zelda, appare anche Sidon al fianco di Link. Non solo: c’è anche un giovanissimo combattente Rito, al suo fianco; e sono i canali ufficiali a chiarire la sua identità: si tratta di Tulin, figlio di Teba e Saki, adesso cresciuto. Insomma, a quanto pare è passato un po’ di tempo.
Il tempo che passa (e non era scontato)
Perché Tulin, il figlio, e non il padre, Teba? Possiamo ipotizzare che sia per la ferita causatagli da Vah Medoh, durante gli eventi di Breath of the Wild, a causa della quale adesso il combattente Rito discendente di Revali non se la sente di scendere il campo; o perché ha sostituito il precedente capovillaggio dei Rito, che in Breath of the Wild era già piuttosto anziano; quale che sia la risposta, trovo che la cosa più interessante al momento non sia tanto Tulin in sé, quanto il fatto che rispetto a come l’avevamo conosciuto nel 2017 sia abbastanza cresciuto. Torniamo quindi alle domande di partenza: e quindi quanto tempo è passato? Cosa sta succedendo, a Hyrule? Come si è evoluta la situazione dei vari popoli? Cosa stanno facendo Link e Zelda, ancor prima di venire travolti dalla “nuova calamità”? Perché si trovano nel luogo oscuro dove trovano Ganondorf?
E’ passato del tempo, e il team Zelda, in questo trailer, non ha paura di farcelo capire e vedere; e non si tratta solo di far vedere i personaggi cambiati (penso al taglio di Zelda e Riku) o cresciuti (come Tulin), ma di mostrare anche un mondo che con il tempo è cambiato, e non solo per colpa della nuova minaccia. Gli Hylia si sono riorganizzati, e dopo la sconfitta di Ganon Hyrule è cambiata solo per poter cambiare, di nuovo, alla comparsa di Ganondorf. Perché in fin dei conti tutto questo non era scontato: come già accennato sopra, l’aftermath non è qualcosa a cui siamo abituati, almeno non nel mondo videoludico, nella saga di The Legend of Zelda specialmente. Ed è questo il motivo per cui ieri, vedendo il trailer, mi sono emozionata: non è stato per Ganondorf o per gli Zonai, per i robot o per Sidon; è stato per quelle tende, piantate nella piana di fronte al Castello, segno di una civiltà che ci riprova. Segno del tempo che è trascorso, segno che gli eventi che sono successi non sono semplici elementi di una storia che è iniziata e si è conclusa; segno che la distruzione di Hyrule da parte di Ganon non è stata polvere da infilare sotto il tappeto prima di andare avanti. In quest’ultimo trailer Nintendo mi dà un messaggio: una nuova storia, sì, ma Hyrule non ha dimenticato. Anzi: Hyrule, con le sue nuove, vecchie, figure misteriose, in Tears of the Kingdom ricorda come non mai.
Per oggi ci fermiamo qui: nei prossimi giorni, invece, parleremo più nel dettaglio delle figure misteriose apparse nel trailer. Chi sono? Abbiamo qualche indizio per capirlo? E se sì, dove? Continuate a seguirci.
Intanto, che ne pensate? Cosa vi ha emozionato di più in questo trailer? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti ai nostri canali social!
Classe 1994, universitaria disperata, Pokéfan dal lontano 2003 e da Rubino. Appassionata di storie (che siano libri, serie tv, mitologia o giochi di ruolo), le piace scrivere di ciò che la appassiona, e la sintesi non è certo il suo dono.