L’anno prossimo, il 2021, sarà un anno importante per diverse serie: sarà infatti il venticinquesimo anniversario di Pokémon, il trentacinquesimo di Metroid, Kid Icarus, Dragon Quest… e Zelda. Ed in questo periodo si parla molto, in vista dell’occasione, di remake e remastered di alcuni titoli storici, incluso ovviamente Ocarina of Time. Ed è per questo che lo dico col cuore: è tempo di andare oltre Ocarina of Time!
Un titolo perfetto per il Nintendo 64
Sia chiaro, non ho nulla contro Ocarina of Time. È da tutti considerato uno dei migliori se non il miglior titolo uscito su Nintendo 64 (la critica già all’epoca era concorde), e anche io lo considero un titolo che è e rimarrà sempre nella storia dei videogiochi, al fianco di Super Mario 64 e 007: Goldeneye.
Ha segnato un’era, tanto che i fan considerano la serie di Zelda come divisa in “prima di OoT” e “dopo OoT”, già dal suo seguito diretto Majora’s Mask.
Eppure, a causa del suo sviluppo la sua storia sarebbe potuta andare molto diversamente: in origine era in programma l’uscita su CD in esclusiva per la sfortunata periferica Nintendo 64DD, e solo dopo si spostarono sulle cartucce (usando addirittura le più grandi disponibili all’epoca). Ed è stata la sua fortuna, in quanto a differenza di molti altri titoli pensati per quella periferica (inclusi anche uno o due titoli Pokémon), non è stato cancellato.
È anche uno degli Zelda che è stato riproposto più volte in assoluto: dopo l’originale per N64, abbiamo avuto due versioni per Nintendo GameCube, una riedizione 1:1 e la Master Quest, una versione con i dungeon del gioco leggermente modificati e con una difficoltà maggiore (esiste anche una raccolta contenente entrambi i giochi); le versioni Virtual Console per Wii e WiiU ed infine Ocarina of Time 3D per Nintendo 3DS (in versione standard e Nintendo Select). Sei release (otto, se si contano separatamente le due edizioni per 3DS e la raccolta per NGC) per un singolo titolo: probabilmente solo Skyrim ha fatto di peggio. E Skyrim è un multipiattaforma.
D’accordo, “se la gente compra ha senso che continui ad uscire” è sempre un motivo valido, ma OoT ha anche il problema di soffrire della “sindrome del classico intramontabile”.
Ocarina of Time e la sindrome del classico intramontabile
Avete presente quando provate a dire che non vi piace un grandissimo classico del cinema (esempio non del tutto a caso, Titanic) e la gente vi guarda male? Ecco, questo processo esiste anche nell’industria videoludica.
Ocarina of Time è esattamente uno di quei classici che quando qualcuno prova a criticarli, deve farlo come se si stesse muovendo su gusci d’uova.
I fan di Zelda sono infatti incredibilmente protettivi nei confronti di questo titolo, assunto effettivamente a metro di paragone per tutti gli altri “Zelda 3D” (ovvero tutti quegli Zelda che non presentano la visuale dall’alto presente ad esempio in A Link to the Past o in Minish Cap), che si ritrovano perennemente bollati con un laconico “ma non è Ocarina“.
Ed è un sistema a mio avviso sbagliato. Majora’s Mask non è Ocarina. Skyward Sword non è Ocarina. Twilight Princess non è Ocarina. E neanche Breath of the Wild è Ocarina. Ma tutto questo dire “cosa non sono” questi titoli, a mio avviso fa dimenticare quello che invece sono: ottimi titoli (chi più, chi meno) di una saga leggendaria, con una loro identità, una loro storia e un loro posto all’interno della leggenda. E forse, nel caso dell’ultimo, anche qualcosa in più.
Breath of the Wild ha il potenziale di diventare il nuovo Ocarina?
Majora’s Mask, Skyward Sword, Twilight Princess non hanno l’appeal che aveva ai tempi Ocarina of Time. Il primo è una storia che si svolge all’interno di un ricordo e non trasmette quella sensazione di epicità dei titoli precedenti e successivi, il secondo (per quanto importante all’interno della cronistoria della saga) è stato afflitto da diversi problemi anche di natura tecnica, mentre il terzo è semplicemente “troppo cupo”. Le speranze di trovare un successore dello “Zelda per eccellenza” sono quindi tutte riposte in Breath of the Wild.
C’è una parte di me che vede nel titolo per WiiU e Switch una sorta di “nuovo OoT”: data la sua particolare natura, appartiene contemporaneamente a tutte e tre le timeline, e allo stesso tempo a nessuna (qualcuno ha per caso detto “singolarità”?), la critica è concorde esattamente come ai tempi di OoT a ritenerlo uno dei migliori titoli per Nintendo Switch finora usciti… quindi effettivamente ne ha le potenzialità. Però allo stesso tempo, oltre al già menzionato problema del “non è Ocarina”, ha anche avuto la sfortuna di aver causato qualche discussione all’interno della fanbase riguardo alcune novità introdotte.
Tra la meccanica delle armi che si rompono, i Sacrari sparsi per Hyrule e la presenza di solo quattro dungeon principali (decisamente più corti del normale) più il Castello di Hyrule e un dungeon speciale disponibile solo nel DLC, sono diverse le strategie adottate per questo capitolo della saga che hanno fatto storcere il naso a diversi fan della serie.
Inoltre, la sua natura particolare di open world non lo rende un titolo così facile da trasporre di volta in volta su console successive (già la versione per Switch è stata “depotenziata” perché sviluppata in contemporanea con la versione WiiU).
In considerazione di tutto questo, posso probabilmente dire che a livello di lore BotW ha il potenziale di diventare il prossimo OoT, ma non ha il potenziale per essere un gioco da portare avanti nel tempo per essere riproposto in futuro. Un sequel? Sicuramente ci sta. Una remastered? Eeeeeeh…
Is this a Kanto reference?
D’accordo, forse col titolo del paragrafo sono stato abbastanza tragico, ma… non vorrei che Ocarina of Time faccesse la fine di Kanto.
Questo titolo è infatti importante non solo per la sua storia in quanto gioco eccelso, ma anche per la sua storia all’interno della saga: la sua conclusione è infatti il primo vero punto focale di tutta la saga, il secondo (ma solo per data di uscita) è ovviamente la storia di Skyward Sword. Al contempo, una sua riproposizione eccessiva, o un numero eccessivo di richiami, rischia di causare l’effetto contrario, esattamente come ormai accade alla regione di Kanto per i titoli Pokémon, che ormai ha fatto raggiungere un discreto grado di saturazione a una non proprio minuscola fetta della fanbase.
E proprio per la sua centralità per lo sviluppo della saga, forse è un bene ridurre il numero di volte che questo titolo esca in futuro, per evitare che i fan si spazientiscano.
Mai più Ocarina of Time?
Mettiamo in chiaro una cosa: non sto dicendo che Nintendo non dovrà mai più pubblicare un remake o una remastered di OoT; sto dicendo che dopo sei volte che viene riproposto lo stesso identico gioco, qualche variante nuova sarebbe interessante.
Pensiamo al mai uscito URA Zelda, una sorta di “Adventure 2” sotto steroidi: non solo nemici più forti e dungeon leggermente modificati, ma anche nuovi luoghi, dungeon, nemici e magari anche parti aggiuntive della storia. Originariamente pensato per Nintendo 64DD, è servito come base per la Master Quest del GameCube, ma quest’ultima non aggiungeva realmente contenuti al gioco base.
E non dimentichiamoci del fantomatico Zelda di Retro Studios, che avrebbe dovuto narrare una storia dal punto di vista di Sheik ambientata dopo la sconfitta di Link per mano di Ganon in uno dei possibili finali di Ocarina, e che non ha mai visto la luce.
Gli spunti, anche solo guardando il titolo incriminato, ci sono. E aumentano se si guarda al resto della saga.
Quali periodi si potrebbero approfondire?
La saga di Zelda è, per l’appunto, una saga leggendaria. Non solo per fama, ma anche perché nella lore stessa dei giochi ci si affida spesso a leggende che si ripetono sempre uguali ma allo stesso tempo sempre diverse, periodi passati ormai quasi dimenticati e personaggi mitici di cui resta solo un ricordo lontanissimo.
Tra i periodi semplicemente menzionati, ma che sono noti (e in cui avrebbe senso l’esistenza di un Eroe – ma non necessariamente di Link, Zelda o Ganon) troviamo, per esempio, il periodo delle guerre tra la dea Hylia e i mostri della superficie guidati da Mortipher, il periodo in cui l’Eroe degli Uomini (la cui somiglianza con il nostro Eroe in verde nel filmato introduttivo di Minish Cap è tutto fuorché casuale) ricevette una spada e il Potere della Luce dai Kokiri per salvare Hyrule, i periodi immediatamente successivi alla fine di Ocarina of Time nella Fallen Hero timeline e in quella di Adult Link (o, ovviamente, quello dei viaggi successivi alle avventure a noi note del Link di Ocarina e Majora), nonché la prima volta in cui vennero avviati i Guardiani e i quattro Colossi Sacri di Breath of the Wild, diecimila anni prima della storia narrata nell’open world. Ma ovviamente non toglie che ci sono tantissimi altri “periodi bui” nella cronologia della serie, in cui potrebbero benissimo inserire qualche nuovo capitolo.
È davvero importante trovare un successore?
Ma è realmente così importante trovare un successore di Ocarina of Time? A mio avviso no.
È tempo che Nintendo, ma anche i fan superino l’idea di trovare “il successore” di Ocarina of Time.
Perché ammettiamolo, è impossibile replicarne l’atmosfera, l’epicità, il carattere, la storia e i personaggi. In una sola parola: il mito.
E quindi, perché non creare un nuovo mito, che brilli di luce propria e che possa degnamente far dire “Non è Ocarina. È qualcosa di nuovo”?
Ocarina of Time non è il cattivo da sconfiggere alla fine dell’avventura, ma è il traguardo che spinge a fare sempre meglio: perché non usarlo per creare qualcosa di totalmente differente?
Non so cosa Nintendo ha in serbo per l’anno prossimo o in generale per il futuro della saga, ma per favore: basta Ocarina!
E voi, cosa ne pensate? Quale è il vostro rapporto con questo titolo? Dite la vostra nei commenti qua sotto o nel nostro gruppo dedicato a Zelda, di cui abbiamo anche recentemente aperto un canale Telegram!
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.