Colonne sonore da non perdere, vol. 7

Sono sempre stato un grande appassionato di musica, cosa che mi ha spinto nel corso della mia vita videoludica ad appassionarmi sempre molto alle colonne sonore e all’ambiente musicale nel quale un videogioco si sviluppa. In questa rubrica presenterò, ogni primo giorno del mese, dieci pezzi musicali dal mondo videoludico che potreste aver perso e che ritengo dobbiate recuperare al più presto. Tengo a fare tre precisazioni:

  • i brani che elencherò potranno, ovviamente, essere fruiti anche singolarmente ma invito tutti a lettori a giocare il gioco in questione ed ascoltarne anche le colonna sonore per intero;
  • non è una classifica: i numeri avranno uno scopo puramente indicativo;
  • CONTIENE SPOILER.

Infine, vi ricordo che potete trovare il primo episodio della nostra rubrica Colonne sonore da non perdere qui, il secondo qui, il terzo quiil quarto qui, il quinto qui ed il sesto qui.

Detto questo, bando alle ciance e cominciamo.

Un’orchestra che suona la colonna sonora di Undertale dal vivo.

1. The Friendly Faith Plate – Portal 2 (Valve, 2011)

In questo episodio non lascio spazio ad introduzioni e parto subito in quarta con un pezzo per i più disturbante. Nel senso che disturba. Per chi ha un orecchio più fine invece, superato l’impatto più noise che industrial, il brano nasconde una sua melodia non troppo sofisticata ma decisamente accattivante. Un po’ come le meccaniche di gioco di Portal, no? Tanti effetti che creano tanta confusione ma che al contempo proseguono su una linea musicale ben definita, a dimostrazione dell’intervallo con i suoni metallici offuscati e che lasciano spazio alla ritmica in un’atmosfera di apparente incomprensione. La colonna sonora è sempre stata un’arma in più per questa saga, che tra le mille emozioni che ci ha regalato non ci delude nemmeno con la sua musica. 

“Che musica ascolti?”
“Beh, diciamo che è un po’ complicato…”

2. Dominus Ghaul – Destiny 2 (Bungie, 2017)

Destiny 2 non è stato un grande successo per tantissimi motivi che non sto qui ad elencare. Una cosa che si è contraddistinta, invece, è stata la colonna sonora. Composta principalmente da Michael Salvatori, che assieme a Martin O’ Donnell è stata la mente musicale dietro alla saga di Halo (sempre sviluppata da Bungie), i brani della nuova saga pubblicata da Activision si sono rivelati all’altezza delle aspettative e non hanno deluso né i fan, né i non fan. Dominus Ghaul è un pezzo che ricorda indubbiamente le avventure di Master Chief ma che sembra volerle portare ad un livello superiore, più altisonante, più epico, più da “sono l’ultimo baluardo dell’umanità”. Per quanto si impegni, però, il cuore dell’artista sembra essere ancora rimasto sull’installazione 04: il bridge con i violini e l’ultimo ritornello, infatti, ricordano davvero tanto una OST di Halo 3. E la lacrimuccia scende in automatico.

Si narra che i fan di Halo stiano ancora aspettando il fatidico “TAN TA TAAAAAN TAN TAAAAN” nell’ultimo ritornello.

3. Dearly Beloved – Kingdom Hearts (Square Enix, 2002)

Per la gioia di molti, Sora si è rivelato essere l’ultimo personaggio introdotto in Super Smash Bros. Ultimate, che chiude quindi questo enorme capitolo della saga di uno dei picchiaduro più apprezzati del mondo. Il brano di apertura ma soprattutto di chiusura di questo celeberrimo titolo targato Square mi è sembrato quindi incredibilmente adatto per questo episodio della rubrica. Bastano un pianoforte, una melodia semplice e malinconica ed un leggero infrangersi delle onde in sottofondo per emozionare tutti i fan di Kingdom Hearts, come se il rumore dell’acqua che scorre nelle orecchie degli ascoltatori fossero le lacrime di chi, per quasi vent’anni, ha aspettato Kingdom Hearts III per poi venirne deluso. Ma questa è un’altra storia.

Kingdom Hearts, al di là della qualità dei titoli, è probabilmente la saga distribuita peggio della storia.

4. The Ancient Dragon – Dark Souls (From Software, 2011)

Sei in una palude infinita con 7FPS medi. Sali su uno strano tronco. Trovi un muro invisibile, poi un altro subito dopo. Entri nella cavità di un albero che si rivela essere un arcialbero eterno. Nella discesa incontrerai un sacco di pericoli. Giunto alla sua base, ti si parerà innanzi il Lago di Cenere, un lago le cui spiagge bianche faranno da contrasto a questa figlia che ha dovuto uccidere il padre sulle sue sponde. Cammini evitando (o uccidendo) un’idra che non vuole placarsi in nessun modo. In fondo alla spiaggia trovi una strettoia e, al suo termine, ti imbatti in uno spiazzo con un monumento altissimo. Questa opera, all’improvviso, dispiega le ali e si rivela essere un drago di pietra. Immobile. Invincibile. Eterno. E con questa colonna sonora ad accompagnare. Brividi. 

Purtroppo, sono pochissime le aree con una colonna sonora. Peccato. 

5. High Seas Hi-Jinx – Cuphead (Studio MDHR, 2017)

Torniamo dopo diversi episodi su uno dei giochi che, da soli, potrebbero riempire questa rubrica. Cuphead oggi ci porta in mezzo al mare, per l’esattezza contro il boss Cala Maria, nella terza isola. Nome complicato tanto quanto il boss in questione che ci sparerà contro pesci elettrici, proiettili, getti d’acqua e sarà anche in grado di immobilizzarci. Come molti altri brani di questa colonna sonora, ci troviamo davanti un grande brano tipico di una jazz big band, che Kristofer Maddigan ha riunito per realizzare questa sua opera di quasi tre ore. Potrei davvero mettere qualunque colonna sonora di Cuphead e rendere questa rubrica perfetta: nei pezzi di questo gioco c’è tutto, dal bebop, allo swing, agli assoli di sassofono, alle energiche linee di pianoforte, con tanto di eccezioni come il cantato. Non c’è nessun vero motivo che mi abbia spinto ad inserire questo brano specifico invece che un altro. La prossima volta che siete in viaggio ascoltatevi la colonna sonora di Cuphead. Non verrete delusi.

Una meraviglia di gioco, in tutto e per tutto.

6. Divine Beast Vah Ruta – The Legend of Zelda: Breath of the Wild (Nintendo, 2017)

Sono molto legato a questo colosso poiché, per me, fu una di quelle epifanie videoludiche che ti cambiano per sempre la concezione del videogioco. Risolvere il suo enigma e vedere questa proboscide che, dall’esterno, si piega verso l’alto ed inizia ad irrorare acqua che a sua volta, tramite la sua energia, muove gli ingranaggi e ti permette di proseguire… beh, è stato davvero emozionante. Questa colonna sonora, oltre ad essere misteriosa, è anche incredibilmente cupa, cosa non scontata in questo gioco. Gli effetti che accompagnano sembrano dirti “non dovevi entrare qui”, aumentando a dismisura il senso di pericolo. Quando il ritmo inizia a farsi sentire e la trama accelera, oltre alla paura e al mistero, subentra anche la frenesia, come se ci fosse una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Molto toccante, infine, anche la storia di Mipha, che con il suo potere aiuterà Link nella sua avventura una volta purificato il colosso.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato un gioco in grado di regalarmi emozioni che nient’altro era stato in grado di regalarmi.

7. Hau’oli City (Day) – Pokémon Sole & Luna (GAME FREAK, 2017)

Come potete intuire dalla mia bio, non ho mai avuto un grande rapporto con Alola: ho sempre pensato fosse una gigantesca occasione sprecata e lo penso tuttora ma non è questo il luogo adatto per parlarne. Tra le (poche) cose che si salvano c’è sicuramente il tema di Hau’oli durante il giorno. Questo brano ha l’incredibile capacità di trasmettere una spensierata felicità a chi la ascolta, anche se lungi dall’apprezzare il gioco da cui è tratta. L’ukulele sembra possedere il segreto dell’allegria e la ritmica, allegra e cadenzata perfettamente rispetto agli altri strumenti, trasporta davvero alle Hawaii per qualche momento. Poi però si esce dalla città e tutto diventa un disastro. Ma ne riparleremo.

Nonostante non abbia belle parole per questa coppia di giochi, c’è da ammettere che una cosa buona l’hanno fatta: mi hanno fatto capire che per GAME FREAK non c’era più niente da fare.

8. The Painful Way – Hades (Supergiant Games, 2020)

Senza essere conosciuto pressoché da nessuno, Hades è sbucato dal nulla e ha conquistato subito utenza e critica, tanto da vincere tantissimi premi tra cui Miglior gioco indipendente e Miglior gioco d’azione ai The Game Awards 2020. Roguelite isometrico, riesce a dare un tocco di freschezza ad un genere forse troppo ancorato alle sue basi grazie a divertenti meccaniche di gameplay e, tra le altre cose, la colonna sonora. The Painful Way si presenta come un brano esotico e molto egizio, con quel retrogusto da tema dei Pillar Men che dà un tocco di classe in più. Gli strumenti iniziano piano piano a farsi più pacati fino a ridursi a quelli indispensabili per la melodia principali, fino a quando non sale in cattedra la chitarra elettrica e il brano diventa quasi djent, pur mantenendo intatta la sua filosofia arabeggiante. Il pezzo si conclude quindi secondo la sua naturale conclusione, un lento scemare di intensità fino all’accordo finale che chiude il cerchio come da copione.

A tratti mi ha anche ricordato i featuring con band rock e metal presenti nella colonna sonora di Halo 2.

9. Tavern Music – Dragon Age II (BioWare, 2011)

Chi ha bisogno di un bel gioco se si ha una bella musica da taverna?

Le taverne e le locande sono i posti in cui si decide se un GDR è bello o no.

10. Healing Power of the Psalms – Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto (Square Enix, 2004)

Il 30 settembre di quest’anno è deceduto Koichi Sugiyama, il principale compositore della colonna sonora della saga Dragon Quest. Per me, Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto è stato un gioco rivoluzionario che mi ha appassionato oltre ogni modo e che mi ha spinto a giocarlo e rigiocarlo, sviscerandolo in ogni possibilità. Dalla mia PlayStation 2 uscivano dei suoni meravigliosi, orchestrati divinamente; era opera sua. Lo stesso Sugiyama, però, nel corso della sua vita si è dimostrato un uomo particolarmente controverso nelle sue dichiarazioni e nelle sue ideologie. Non volendo fare politica in questo articolo, mi limito a dirvi che non condividerò mai le sue idee (le trovate facilmente online). Eppure, se penso alla colonna sonora di questo gioco, non riesco a non commuovervi. La musica che ti accompagna in chiesa, l’unico luogo in cui puoi salvare, è sempre stata calda ed accogliente con me, come se volesse cullarmi sempre di più e non volesse farmi mai smettere di giocare…. ma mi ci vorrebbe una vita per raccontarvi cosa provo per questo titolo, quindi mi fermo qui. Nonostante io cerchi di evitare brani appartenenti a giochi già presentati in questa rubrica (primo episodio), oggi mi sento in dovere di fare il mio tributo al Sugiyama compositore. Arigato.

Hai 8 anni, torni dalla scuola elementare e guardi giocare tuo fratello sette ore dal giorno senza battere ciglio perché è un gioco stupendo pure da guardare. Life is good.

Il settimo episodio di questa rubrica finisce qui. Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Quanti di questi brani e colonne sonore conoscevate già? Fateci sapere tutto nei commenti. Ah già, quasi dimenticavo: potete trovare su Spotify la playlist Johto World, nella quale aggiungerò volta per volta tutte le colonne sonore che discuterò con voi (solo le versioni originali, se un brano non c’è pazienza). Seguiteci anche su FacebookInstagram e Telegram!