[OPINIONI] La calcolatrice a 9€ è solo la punta dell’iceberg

 

In questi giorni ha fatto scalpore una notizia particolare: sull’eShop di Nintendo Switch è apparsa un’app, sviluppata dall’azienda Sabec, che nessuno si aspettava di vedere. Una calcolatrice. Su Nintendo Switch. A 8,99€. È tutto così sbagliato da essere divertente.

Ma andiamo con calma. Ogni dispositivo elettronico, già da una decina d’anni abbondante, ha a disposizione un set di funzioni base che possono servire a chiunque in un qualunque momento: la calcolatrice, il calendario, le note, il browser… Nintendo Switch no. E ci sta, di questa mancanza non si è mai lamentato (quasi) nessuno, anche perché quella di Nintendo è una console per giocare e non un computer (la campagna di Xbox One insegna). Quello che stupisce davvero di questa novità a marchio Sabec, però, è il prezzo.

Buonasera sono Nintendo Switch! (da leggere come nella famosa scena della serie Boris)

Non è tanto la calcolatrice di per sé il problema, quanto il costo decisamente eccessivo: con 8,99€ ci compro un gioco in sconto, non una funzionalità gratuita nel 99% dei dispositivi elettronici. Una calcolatrice scientifica fisica costa certamente di più, ma di fatto è molto più comoda e si può portare in università, a scuola o a lavoro, cosa che non è possibile con una console dedicata al gaming. Non è nemmeno una versione personalizzata, che potrebbe giustificare la spesa di un paio di euro, come quella uscita per 3DS a tema Super Mario qualche anno fa a marchio Nintendo. In un momento storico in cui le aziende si muovono sempre di più verso lo streaming (tra Xbox Game Pass, EA Play e PS Now per i videogiochi, Netflix e Amazon Prime Video per cinema e serialità) per lasciare sempre più libertà (almeno sulla carta) ai propri consumatori, fare pagare così tanto un servizio del genere sarebbe un’eresia se a distribuirlo fosse Nintendo, ed è solo una follia nel momento in cui si nota che il servizio è offerto da una “terza parte“. E quindi? Come dobbiamo prenderla? Come il frutto di qualcuno che forse non ci ha capito nulla, ma che probabilmente intascherà qualche soldino grazie a quei soggetti che la compreranno così, “per il meme”. E d’altronde, parliamoci chiaro: perché sollevare tutte queste discussioni per un servizio base offerto a quel prezzo, se poi all’atto pratico questo servizio è totalmente inutile per Switch e i suoi utilizzatori, e non lo comprerà nessuno?

La polemica, in sé, sarebbe sterile. A mio avviso, però, il polverone mediatico sollevatosi con il Calculator Gate non è totalmente inutile: questo surreale caso di overpricing non è che la simpatica punta di un iceberg molto più profondo, e molto più oscuro. Il rilascio dell’app calcolatrice a quel prezzo ha destato scalpore perché nell’ambito dei fan e dei compratori Nintendo ha trovato terreno fertile: se un’app del genere fosse stata rilasciata su PlayStation, Xbox o Steam avreste visto molta meno indignazione, molta più simpatia per l’azienda distributrice e molti più meme a tema. Ma nel mondo dei prodotti Nintendo, in cui quasi nulla scende mai sotto un certo prezzo, il rilascio di quest’app non è sembrato altro che un’ulteriore conferma che a Nintendo piace lucrare sui suoi utenti e clienti. È vero? Non in questi termini: per prima cosa la famigerata calcolatrice non è nemmeno un prodotto Nintendo, e “lucrare” è un termine decisamente inadatto, visto che nessuno è obbligato ad acquistare console o giochi per la propria sussistenza; ma di certo non possiamo chiudere gli occhi ed ignorare l’elefante nella stanza. Perché, specialmente se guardiamo alle realtà competitor di Nintendo, un problema c’è. Ed è giusto parlarne, nei giusti termini.

La calcolatrice della discordia: rated E for everyone, single player, utilizzabile anche sulla TV!

Un esempio: ecco i titoli che si possono trovare a meno di 10€ su varie piattaforme, contando ovviamente gli sconti:

  • PS Store: Need for Speed Payback (7,99€), Little Nightmares (4,99€), Tomb Raider: Definitive Edition (2,99€), inFAMOUS Second Son (9,99€), Assetto Corsa (5,99€), Just Cause 4: Reloaded (9,99€), Alien Isolation (8,74€), Celeste (7,99€), Pillars of Eternity: Complete Edition (9,99€);
  • Xbox Store: Quantum Break (9,99€), Titanfall 2: Ultimate Edition (2,99€), diversi giochi gratuiti con Xbox Live Gold (che non è il Game Pass);
  • Steam: Shadow of Mordor: Definitive Edition (4,99€), Blasphemous (9,99€), Dead Space (4,99€ per tutti e tre i capitoli), Euro Truck Simulator (4,99€), Fallout: New Vegas Ultimate (9,99€), Doom (9,99€), un’infinità di Total War e mi fermo qui, perché l’elenco è infinito.

Scorrendo giusto le prime due o tre pagine dei rispettivi negozi online questi sono i risultati più interessanti che ho trovato. Certo, alcuni titoli non sono esattamente nuovissimi, anzi, ma sono giochi che vale la pena giocare anche a distanza di anni, mentre… cosa trovo sull’eShop di Switch? Quasi niente. Certo, qualcosa si trova sempre, ma comunque non paragonabile alla concorrenza né in termini di qualità, né in termini di quantità.

L’Xbox Game Pass è il padrone indiscusso dello streaming videoludico, con tantissimi giochi gratuiti in costante aggiornamento e numerosi titoli (anche Tripla A) gratuiti al day one.

E se volessi comprare un bel gioco, magari esclusiva Nintendo Switch, magari un poco più costoso ma comunque di qualche anno fa? La risposta è semplice: è ancora sostanzialmente a prezzo pieno. I tre The Legend of Zelda usciti su Nintendo Switch in questi quattro anni costano ancora o 60€ (su Amazon a volte si toccano i 55€) o 70€, i titoli principali di Super Mario anche. Pokémon? Tolti Spada e Scudo che (occasione sinceramente più unica che rara!) sono in sconto su Amazon, pacco espansione da 30€ escluso, gli altri non si schiodano da quel prezzo. Animal Crossing? Stiamo sempre lì. Va beh, posso virare su qualche porting o third party. Il porting di The Witcher III, la cui versione originale è uscita cinque anni fa, costa 40€ in versione base e 60€ in versione completa; e Skyrim? Inutile continuare. Il mercato Nintendo, online e fisico, si basa su prezzi alti che non calano praticamente mai, nemmeno col passare degli anni; e al problema si aggiunge il fatto che di sconti se ne vedono ancora troppo pochi rispetto alle realtà competitor, ad eccezione di quei 10€ a fronte di preorder che la maggior parte delle volte, visto il prodotto finale, sembrano quasi offensivi. Ora che per i titoli first party le possibilità date da Instant Gaming e altri retailer digitali si sono definitivamente chiuse, possiamo metterci l’animo in pace. E anche se ultimamente possiamo apprezzare gli sconti, talvolta anche significativi, sul Nintendo eShop, dobbiamo anche constatare che si tratta quasi sempre di iniziative su titoli third party, e solo in un paio d’occasioni, finora, sono stati coinvolti titoli first party: insomma, qualcosa si muove, ma siamo ancora lontani dai prezzi accessibili di altre realtà. Pure i remake hanno un prezzo che non sempre giustifica la qualità del prodotto, dal momento che in molti casi ripropongono un gioco pressoché identico (se non peggiore) dell’originale: ne abbiamo già parlato discutendo il clamoroso caso di Pokémon versione Diamante Lucente e Perla Splendente.

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, in tutta la sua gloria.

E succederà ancora, ancora e ancora, finché il mercato – i fan – risponderanno a queste strategie in maniera positiva, investendo energia, emozioni e denaro. Attenzione; questo non è invito a boicottare Nintendo nel nome della lotta al capitalismo: non sono così ingenuo; il mio è un invito alla riflessione: ci sono The Legend of Zelda: Breath of the Wild, MONSTER HUNTER RISE, Hollow Knight, Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta e tanti altri, per citare titoli sia first che third party, che valgono fino all’ultimo centesimo dei soldi che costano. Poi ci sono altri giochi, remake, come ad esempio Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX, o remaster, come The Legend of Zelda: Skyward Sword HD, o addirittura Definitive Edition, come quella di Xenoblade Chronicles, di cui invece vi abbiamo già parlato, su questo sito e anche fuori, concludendo che o non hanno davvero senso di esistere, o che sono utili, tutt’al più, a chi non ha giocato gli originali; e anche in questo caso, ad un prezzo fuori dalla grazia di Dio. Chi sono io per dirvi cosa comprare o cosa no? Assolutamente nessuno. Sono solo una persona che non ne può più di questa situazione e dei fan che comprano sfrenatamente senza porsi prima qualche domanda, conscio del fatto che per “colpa loro” questo tipo di mercato è destinato a continuare.

Devo spendere 60€ per questo? Ma veramente?

Nemmeno il retrogaming si salva. Nel 2021 ci tocca pagare DOOM 3 10€ (a questo punto forse è meglio la calcolatrice a 8,99€), proprio come qualche anno fa Pokémon Giallo su 3DS, nella sua versione Virtual Console, costava la bellezza di 15€. Si salva solo il palinsesto giochi di Nintendo Switch Online, totalmente gratuiti col servizio; e qui bisogna anche dire che sarebbe uno scandalo fosse diversamente.

Tutto ciò che è relativo a Nintendo Switch, invece, quanto costa? Partiamo dal prezzo grosso, ovvero la console. La periferica principale non scende mai (ma mai per davvero) sotto una certa soglia, nemmeno nei periodi di vacanza natalizia. Stesso discorso per i componenti singoli: i Joy-Con, famosi per il meraviglioso fenomeno del drifting, costano inflessibilmente tra i 70 e gli 80€, da sempre. Nessuna eccezione nemmeno per il Pro Controller: stesso prezzo. Nintendo Switch Lite, invece, è un buon compromesso, con un costo sui 200€ che mi pare assolutamente ragionevole, tenendo conto della mancata possibilità di giocare su TV. Allo stesso modo Nintendo Switch Online, l’abbonamento per giocare in rete, ha un prezzo accettabile, ovvero 20€ per un anno e a scalare per un minor numero di mesi, con anche l’opzione di condivisione familiare disponibile.

Ho visto più volte il mostro di Lochness che Nintendo Switch Lite scontata di 50€.

Insomma, la morale di tutto questo discorso qual è? Che il marcio non sta nel singolo gioco, nella singola saga o nella singola casa produttrice; di sicuro non sta nella calcolatrice a 8,99€ rilasciata da un’azienda third party; il marcio sta nell’intero sistema, che Nintendo sfrutta impunemente ormai da un po’. Si può porre rimedio? Non davvero: ci vorrebbe solo un po’ di consapevolezza, senso del merito e del denaro nella fascia di popolazione che rappresenta l’utenza finale. Nintendo non va boicottata, assolutamente: ma chi compra i suoi prodotti dovrebbe iniziare ad avere la capacità di discernere i prodotti ottimi da quelli mediocri, per sperare di rialzare l’asticella della qualità e per il guadagno di tutti. Dai fan alla stessa Nintendo, che al momento, in termini di prezzi e sconti offerti, fa una figura barbina rispetto ai suoi competitor.