Finalmente è successo. Finalmente in un gioco della saga di The Legend of Zelda per la prima volta indosseremo i panni della principessa che dà il titolo alla saga: lo abbiamo visto nel trailer del futuro The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. La prima volta in assoluto quindi? In realtà, no. E, per certi versi, non solo guardando la saga canonica, considerando quindi solo quei giochi che sono indicati nella timeline ufficiale. È però il primo titolo canonico dove è praticamente il personaggio giocabile esclusivo (o almeno, per quanto ne sappiamo dal trailer) dopo che Link apparentemente scompare.
Ma andiamo con ordine, perché oggi vi porterò in un viaggio fatto di videogiochi (e non solo) in cui è possibile interpretare la principessa Zelda o un suo alter ego, tra spin-off, titoli ufficiali e qualche interessante chicca di cui difficilmente eravate a conoscenza.
Serie Super Smash Bros.
Togliamoci subito la “parte facile”, nominando per forza di cose la serie di Super Smash Bros., in cui la nostra principessa Zelda è presente come personaggio nel roster di lottatori del picchiaduro fin dal secondo capitolo del gioco (Super Smash Bros. Melee), sia nelle vesti di principessa sia in quelle del suo alter ego Sheik, e da quel momento è rimasta, sebbene siano cambiate le sue “versioni”. Se il personaggio di Sheik resta sostanzialmente basato sull’omonimo da Ocarina of Time (seppur con qualche variazione di costume per ricordare l’estetica del titolo più recente all’uscita del capitolo corrente di Smash), per Zelda la situazione cambia un po’.
Si parte ovviamente dalla sua versione di Ocarina of Time in Melee, per passare a quella di Twilight Princess in Super Smash Bros. Brawl e nel capitolo per 3DS e WiiU (sebbene con moveset diversi tra i due capitoli) e infine in Super Smash Bros. Ultimate con una versione che è basata sui design di A Link to the Past e A Link Between Worlds.
Spirit Tracks, Phantom Zelda e la Torre degli dei
Se invece guardiamo la serie principale della saga, come avevo già accennato prima, la principessa è già stata resa, per certi versi, giocabile anche in The Legend of Zelda: Spirit Tracks.
Il protagonista del gioco rimane comunque Link, ma in uno specifico dungeon, chiamato la Torre degli dèi, è possibile controllare… “Phantom Zelda“. Dopo un complotto di palazzo, infatti, Zelda è diventata uno spirito e Link scopre di essere l’unica persona in grado di vederla. All’interno della Torre degli dèi scoprono che alcune stanze sono state infestate dai Phantom, armature spettrali che si muovono da sole, ma che Zelda può controllare.
Il giocatore quindi, esclusivamente quando si trova nella Torre, può così controllare il Phantom posseduto da Zelda.
Normalmente questa segue Link, ma è possibile comandarla indipendentemente usando lo schermo touch del DS, per farle fare un percorso differente. Può inoltre aiutare Link a superare alcuni degli ostacoli e nelle lotte contro alcuni dei boss presenti nella Torre. Ha un solo problema: ha paura dei topi, anche quando si trova all’interno dell’armatura, e si bloccherà se ne incrocia uno lungo il percorso.
Gli spin-off, tra Warriors e Cadence
Cadence of Hyrule: Crypt of the Necrodancer features The Legend of Zelda
Della principessa Zelda in Cadence of Hyrule, spin-off e crossover con la serie Crypt of the Necrodancer, ne avevo già parlato nella guida ai personaggi di quel gioco. Il personaggio non è il più facile con cui cominciare, ma è comunque più facile di altri personaggi presenti. È inoltre presente il suo “doppio malvagio”, ovvero Zelda Ombra, sia come nemico che, col DLC, come personaggio giocabile.
Inutile dire che se vi piacciono i giochi di ritmo (ma anche se siete negati, non preoccupatevi, perché esiste una modalità “ritmo libero”), dovete recuperare questo gioco e provare una run con la principessa.
Hyrule Warriors (e riedizioni)
In Hyrule Warriors invece troviamo… un po’ di versioni di Zelda, tutte giocabili:
Nel gioco base troviamo infatti sia Zelda che Sheik (come due differenti personaggi, sebbene nella modalità storia abbiamo comunque la scena in cui si scopre la reale identità del “misterioso Sheikah”, che poi Sheikah non è), mentre in Hyrule Warriors Legends viene aggiunta Dazel, un altro alter ego della principessa (presente questa volta in The Wind Waker e Phantom Hourglass):
E infine, in Hyrule Warriors Ultimate, viene aggiunta anche “Toon Zelda“, ovvero una sua versione basata proprio sullo Spirit Tracks di cui ho scritto sopra (un po’ a fare da controparte al più noto Toon Link):
Hyrule Warriors: L’Era della Calamità
In Hyrule Warriors: L’Era della Calamità troviamo invece Zelda tra i “protagonisti principali” tra tutti i personaggi giocabili di quel gioco, ed è sbloccabile già dal secondo livello del primo capitolo. In questo gioco vediamo quello che avevamo già potuto intuire grazie ai ricordi di Breath of the Wild: la sua relazione travagliata col padre, gli sforzi per provare a risvegliare i suoi poteri, il suo sempre presente senso del dovere.
Nel gioco possiede tre moveset basati su armi diverse: la tavoletta Sheikah, ovvero il suo set iniziale; l’arco della luce, sbloccato proseguendo nella storia; la Master Cycle Zero ottenibile nel pass di espansione.
Nonostante l’Era della Calamità non sia esattamente un titolo canonico, essendo più un “What if…?” che altro, è forse il miglior modo per giocare nei panni di Zelda prima dell’arrivo del prossimo gioco della saga.
Le Zelda “dimenticabili”: quando il CD-i esisteva (e nessuno voleva ammetterlo)
Ma passiamo adesso a due principesse Zelda giocabili che pure Nintendo stessa fa fatica ad ammettere siano davvero esistite: sto parlando delle protagoniste dei titoli per Philips CD-i The Wand of Gamelon e Zelda’s Adventure.
Due titoli che non hanno certo bisogno di presentazioni… o forse sì.
The Wand of Gamelon, uscito nel 1993 in coppia con un altro titolo (The Faces of Evil, brutto e trash tanto quanto il gioco in questione) presentava un gameplay simile a quello dell’infame Zelda 2, in cui si interpretava la nostra principessa che doveva salvare suo padre, il re, e Link, rapiti dal malvagio Ganon, nella lontana isola di Gamelon. Non sono presenti dungeon con enigmi ambientali, ma solo scenari platform a scorrimento orizzontale, proprio a rimarcare la somiglianza col peggior gioco canonico della serie. Insomma, The Wand of Gamelon è un gioco così brutto e dimenticabile che di recente ne è uscito il sequel spirituale (e che magari potreste vedere in futuro sul nostro canale Twitch, ma forse sto spoilerando troppo).
Passando invece a Zelda’s Adventure, uscito l’anno seguente (a quanto pare in casa Philips non avevano imparato dai precedenti errori), la nostra principessa deve combattere le forze di Ganon (o Gannon, secondo i testi di gioco) nelle terre di Tolemac, dopo che il malvagio antagonista ha rapito Link.
Il gameplay è molto diverso dal predecessore, in quanto ora è presente una visuale a volo d’uccello. Zelda combatte usando una bacchetta magica che invece di usare una riserva di magia, fa calare la riserva di Rupie della principessa. A differenza dei predecessori, inoltre, tornano i dungeon. Ma non credo che questa cosa sia servita a migliorare il risultato finale.
Ovviamente non è difficile intuire perché Nintendo abbia condannato alla damnatio memoriae questi titoli, esattamente come un Virtual Boy qualsiasi.
Libri game
Questa è la cosa più “da Anni Ottanta” che vedrete in questo articolo, in quanto a quei tempi i videogiochi non erano ancora così diffusi, ma il passaparola faceva sì che i personaggi e le serie fossero comunque conosciuti. Ed è per questo che uscivano dei libri-gioco basati su storie alternative. Purtroppo questi volumi, quando usciti in Occidente, sono arrivati esclusivamente in America, ma in alcuni di questi si interpretava Zelda, quindi andiamo a vedere qualcosa a riguardo.
The Crystal Trap (1992)
L’unico dei tre libri-gioco in questione ad essere uscito in America, The Crystal Trap, è una delle classiche “storie a bivi” dove, su 14 possibili finali, solo uno è il lieto fine: gli altri 13 sono diversi modi in cui Link e Zelda possono morire.
Il libro si focalizza sulla principessa Zelda, che ha solo 24 ore per salvare Link, intrappolato da Ganon all’interno di un cristallo magico mentre i due eroi cercavano di sfuggirgli. La principessa deve quindi trovare tre oggetti nascosti ad Hyrule per liberare Link e successivamente, grazie al suo aiuto, a sconfiggere il nemico.
Battle of Mirage Castle (1986)
Battle of Mirage Castle è un altro libro-gioco in cui è possibile impersonare Zelda, ma solo di notte.
Il libro è ambientato dopo la fine del primo videogioco, dopo la sconfitta di Ganon.
Dopo gli eventi del gioco, il generale demone Gaia, fratello minore di Ganon, attacca Hyrule dal Mondo delle Tenebre (sì, il Dark World di A Link to the Past apparentemente esisteva già) e distrugge le componenti Forza e Saggezza della Triforza. Inoltre maledice i due eroi, in modo che uno dei due sia sempre intrappolato in una sfera di cristallo, scambiandosi di posto durante l’alba e il tramonto: Link agisce quindi di giorno, e la principessa di notte.
I due devono così viaggiare per Hyrule e recuperare le componenti della Triforza e scoprire la posizione del Mirage Castle, il covo di Gaia.
Sconfiggendo vari mostri, riescono in entrambe le missioni, ed arrivano al castello.
Appena entrati, Gaia rapisce Zelda e la ipnotizza, convincendola a diventare “la sua regina”.
Link libera la principessa dall’influenza di Gaia e lo sconfigge sia nella sua forma umana che in quella demoniaca (che, a differenza di quella di cinghiale di Ganon, è ispirata ad un corvo).
The Adventure of Link: The Legend of the Hero of Hyrule (1987)
L’ultimo libro-gioco è The Adventure of Link: The Legend of the Hero of Hyrule, che racconta una storia alternativa di Hyrule.
Il Re Oscuro Galgoa muore dopo aver governato il mondo per 10.000 anni, non prima però di aver maledetto la terra. Il suo servitore Deor è convinto che solo il sangue di Link sia in grado di resuscitare Galgoa.
Link nel mentre è apparentemente scomparso, e anche il re di Hyrule lo sta cercando in quanto è convinto che sia l’unico in grado di salvare Zelda, ammalatasi per colpa della maledizione del Re Oscuro.
Siccome Link risulta assente ed è l’unico in grado di recuperare la Triforza del Coraggio, l’unica arma in grado di rompere la maledizione, si rende necessario usare un incantesimo in grado di attraversare tempo e spazio: è così che in questa Hyrule alternativa compare un Link che nel suo mondo ha sconfitto Ganon.
Questo Link (che apparentemente arriva dal gioco originale), quindi, si avventura per Hyrule in modo simile a quello che accade in Zelda 2. Durante le sue avventure è aiutato dal Cavaliere Nero, una misteriosa figura dal comportamento ambiguo. Quando Link arriva al cospetto di Deor, questi rivela che ha già raccolto il sangue dell’eroe necessario a risvegliare il suo signore, ma il rituale non sembra funzionare.
In un ultimo colpo di scena prima della sconfitta di Deor viene rivelato il motivo: il Link interpretato fino a quel momento è in realtà la principessa Zelda di quelle terre, mentre il Cavaliere Nero è il Link dell’altro mondo, in quanto l’incantesimo per richiamare Link non aveva funzionato subito: la principessa ha così finto la sua malattia e affrontato tutte le sfide fino a quel momento pur di salvare Hyrule e il pianeta.
Il futuro: The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom
Come abbiamo potuto vedere, Echoes of Wisdom è il primo gioco canonico in cui si può giocare nei panni della principessa Zelda, ma non il primo in assoluto. Questo primato spetta, come visto, al libro gioco Battle of Mirage Castle, ma non per questo il traguardo è meno importante: erano anni infatti che il pubblico chiedeva un titolo main in cui fosse possibile farlo.
Trovo inoltre interessante l’idea di non usare la spada, bensì una magia che permette di “clonare” ogni cosa (sto adorando i meme a riguardo), e non vedo l’ora di scoprire cosa altro sia possibile fare nel gioco in uscita a settembre. Ovviamente, qualora dovessero uscire delle novità sul titolo, le troverete sul nostro sito.
Trovo curioso il fatto che Link compaia comunque nella key art del gioco, insieme a Ganon e circondato da una aura viola dalla tonalità simile a quella dei varchi che si aprono per la Hyrule di Echoes of Wisdom (sospettosamente simile a quella di A Link to the Past e A Link Between Worlds).
Menzione d’onore, al termine di questo incredibile viaggio, il purtroppo cancellato “Zelda di Retro Studios“, che non ha mai superato nel suo sviluppo neanche la fase di concept, e in cui avremmo dovuto (dal poco che sappiamo) interpretare Sheik (e quindi Zelda sotto falso nome) in un gioco più “dark” del solito ambientato durante la fallen hero timeline.
Cosa ne pensate? Conoscevate questi giochi? Cosa ne pensate di Echoes of Wisdom? Fateci sapere le vostre opinioni, come sempre nei commenti ai nostri canali social!
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.