La storia della saga di The Legend of Zelda inizia nel lontano 1986 con la pubblicazione dell’immortale THE HYRULE FANTASY ゼルダの伝説 (The Hyrule Fantasy – Zelda no Densetsu, conosciuto in Occidente col semplice titolo di The Legend of Zelda), e la serie è divenuta ben presto famosa per i suoi temi epici, le sue trame eroiche, i dungeon e i boss, ma tutto questo non sarebbe stato possibile se il tutto non fosse stato accompagnato da una colonna sonora appropriata. Ed è proprio della musica e della sua forte correlazione con la saga che vorremmo parlare oggi in questo approfondimento, a chiusura della parentesi Cadence of Hyrule.
L’uomo dietro alla musica
Tutto questo ovviamente non sarebbe stato possibile senza una singola persona (o quasi). 近藤 浩治, ovvero Kōji Kondō, classe 1961, compositore e pianista, che nel 1984 venne assunto da Nintendo per diventare apripista di una nuova categoria lavorativa all’interno dell’azienda nipponica: fu infatti il primo compositore specializzato nella musica all’interno dei videogame (infatti né Hirokazu “Chip” Tanaka, né Yukio Kaneoka, i suoi predecessori e colleghi, in realtà erano all’epoca specializzati in composizione musicale). Se pensate che, in quanto primo assunto con questa qualifica, abbia avuto la vita facile, sbagliate di grosso: era la prima metà degli anni ’80 e le console casalinghe erano molto meno potenti di quelle attuali. La console su cui Kondo si trovava a dover inserire le sue musiche era il FAMICOM, meglio noto in occidente come NES, e a causa della (scarsa) potenza dell’hardware dell’epoca era limitato all’utilizzo di quattro strumenti.
Tutto questo ovviamente non lo fermò, e anzi gli permise di realizzare forse una delle musiche più note dell’intera storia videoludica: il tema di Super Mario Bros. già nel 1985, mentre nel 1986 si cimenterà con la composizione di quattro differenti tracce del primo titolo della saga dell’Eroe in Verde, incluse quella dell’overworld e quella presente all’interno dei dungeon sparsi per Hyrule.
Ovviamente il lavoro di Koji Kondo nel mondo della musica videoludica, nello specifico nella saga di The Legend of Zelda, non finisce qui: suoi sono infatti gli arrangiamenti di altri titoli della serie quali A Link to the Past, Ocarina of Time, Majora’s Mask, The Wind Waker e Skyward Sword, oltre che ad aver contribuito come consulente o supervisore alle musiche di The Minish Cap, Twilight Princess e Spirit Tracks, così come di innumerevoli altri titoli Nintendo.
Da menzionare anche il fatto che non ha lavorato a The Legend of Zelda: Breath of the Wild; il compositore del gioco è infatti Manaka Kataoka.
Un accompagnamento per tutte le occasioni
Si può pensare alla saga di Star Wars senza la Marcia Imperiale? A Monster Hunter senza la musica del Fatalis? O a Super Smash Bros. Brawl senza il suo tema principale? La risposta è ovviamente no, e anche la saga di The Legend of Zelda non fa eccezione: quante musiche hanno infatti accompagnato Link nei suoi innumerevoli viaggi? La traccia dell’overworld del primo Zelda (rimaneggiato anche in capitoli successivi), il sottofondo del Great Palace nell’infame Zelda II – Adventure of Link, il tema di Ganondorf in Ocarina of Time, la colonna sonora del castello di Hyrule di A Link to the Past, le musiche del Monte Morte o del Lago Hylia… e molte altre.
Difficile quindi pensare a giocare a Zelda “senza audio”, o addirittura con delle melodie diverse.
Perché le musiche di gioco servono anche a questo: non sono solo di sottofondo, ma servono a dare un tono all’azione che si svolge sullo schermo. Troppa o troppo poca solennità, musiche allegre in situazioni tristi o viceversa, un tempo troppo rapido quando la situazione richiede una certa dose di concentrazione, sono molti gli errori che potrebbero essere commessi inserendo una musica o un tono sbagliati alla situazione che si sta osservando in quel momento nella partita. Ma questo non avviene mai nei vari giochi che compongono la serie.
E questo è un bene, perché in questo modo i giochi vengono ulteriormente apprezzati, non solo nei riguardi di trama, grafica o meccaniche, ma anche per le colonne sonore.
Non ci si deve stupire quindi che esistano anche concerti sinfonici veri e propri in cui vengono suonate da un’orchestra, ovviamente riarrangiate, le musiche più o meno note della saga (io, per esempio, sono riuscito ad andare al concerto del 2016 al teatro Arcimboldi a Milano).
Non solo sottofondo
Ma nella saga di Zelda la musica non è solamente un sottofondo: molto spesso è stata usata anche per altri scopi, conferendo a certe melodie dei poteri magici o rendendole fondamentali anche a livello di trama: impossibile proseguire, ad esempio, in Ocarina of Time senza saper suonare la Ninna Nanna di Zelda e la Canzone del Tempo (il cui potere verrà espanso nel seguito Majora’s Mask inserendone anche due varianti, che invece di riportare Link all’inizio dei tre giorni, accelererà o rallenterà lo scorrere del tempo); e come non citare, poi, la Melodia del Ristoro del già citato Majora’s Mask, o le melodie intonate da Link Lupo in Twilight Princess in punti specifici del gioco per ricevere gli insegnamenti dell’ormai dimenticato Eroe del Tempo?
Ecco quindi che la musica assume un valore aggiuntivo, passando dall’essere un semplice accompagnamento all’avventura di Link, Zelda e Ganon(dorf) ad esserne parte integrante.
E ovviamente non possono mancare puzzle ed enigmi basati sulla musica: basti pensare alla navigazione nel Bosco Perduto, solitamente affidata all’ascolto di un remix della Canzone di Saria, o all’uso del Flauto delle Terre in alcune sezioni di Spirit Tracks; la musica diventa, quindi, anche un ostacolo che il nostro Eroe in Verde deve quindi dominare, esattamente come fa coi nemici che gli si parano di fronte.
Musica, musicisti e strumenti musicali
Ovviamente, in un articolo a tema musica e Zelda, non poteva mancare almeno un paragrafo dedicato agli strumenti musicali e ai suonatori presenti nei vari giochi.
Nei vari giochi Link pare essere un suonatore esperto, avendo padroneggiato in più occasioni e incarnazioni, tra gli altri, ocarine in grado di manipolare il tempo, flauti magici e bacchette da direttore d’orchestra capaci di dominare i venti, ma non è l’unico personaggio della saga ad essersi dimostrato capace di suonare.
Come potersi scordare infatti dell’organo, strumento tanto caro alla nemesi del protagonista, Ganondorf? Anche la principessa Zelda si è dimostrata una valida suonatrice di arpa tra le varie ere (piccola curiosità: secondo la Goddess Collection l’arpa presente in Skyward Sword, suonata da Link e Zelda sarebbe la medesima che, secoli dopo, si ritroverà tra le mani la nuova incarnazione della dea Hylia in Ocarina of Time mentre è costretta a vestire i panni di Sheik).
Anche alcuni personaggi secondari della storia dell’Eroe in Verde sono stati visti suonare diversi strumenti, nello specifico la band Zora degli Indigo-Go presente in Majora’s Mask, i Saggi di The Wind Waker e i Lokomo guardiani dei vari santuari di Spirit Tracks.
Tra le creature in stretta relazione con degli strumenti magici invece troviamo, ad esempio, il Wind Fish di Link’s Awakening: gli Instruments of Sirens sono un set di otto magici strumenti musicali che possono suonare una melodia in grado di risvegliarlo dal suo sonno profondo; e non dimentichiamoci nemmeno delle varie incarnazioni di Epona (richiamate molto spesso da fischi o melodie specifiche), e i tre compagni animali apparsi nei due Oracles, evocabili tramite speciali fischietti.
Cadence of Hyrule e la musica di The Legend of Zelda
Non c’è da stupirsi, dal momento che la musica è una componente così importante nella saga, che il più recente spin-off Cadence of Hyrule – Crypt of the Necrodancer featuring The Legend of Zelda sia proprio un rhythm game.
Le musiche di gioco, 25 remix di classici già presenti in altri titoli, servono così a dare, nel senso più letterale del termine, un tempo ai movimenti (e agli attacchi) di Link, Zelda, Cadence e Yves.
Certo, il gioco permette di disattivare il sistema di combattimento e movimento ritmico attivando la modalità ritmo libero, ma la musica resta comunque parte fondamentale del gioco: i mostri continuano a muoversi “a battiti” (tranne le Cucco, come mio malgrado ho scoperto), i puzzle sonori rimangono invariati, le armi che colpiscono in più battiti continuano a funzionare allo stesso modo, i boss continuano ad essere basati su strumenti musicali e così via. Insomma, Cadence of Hyrule è, nel 2019, la chiusura di un cerchio iniziato nel 1986, un connubio tra storia e musica all’interno di una saga leggendaria.
Personalmente, tra le musiche inserite nel rhythm game le mie preferite sono indubbiamente quella dell’overworld (remix della musica di A Link to the Past) e quella del Villaggio Calbarico, sia perché già prima erano alcune delle mie musiche preferite della saga, sia perché il rifacimento aggiunge quel tocco di novità che serviva pur senza snaturarne il tono originale.
Al contrario, non sono riuscito ad apprezzare al meglio le musiche usate nei dungeon del castello di Hyrule per via della difficoltà nella navigazione dei due labirinti: non mi è stato infatti possibile fermarmi troppo per ascoltarle, durante l’azione concitata che si svolgeva in quegli spazi angusti e pullulanti di nemici.
Che ne pensate? Quale è la vostra musica preferita nella saga? Quale quella che vi piace meno? Che stili musicali vorreste vedere nei prossimi Zelda? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti qua sotto.
Classe 1994, nintendaro dalla nascita. Ha quasi finito l’album delle figurine Pokémon uscito nel lontano 1999, e da allora è alla ricerca del Mew mancante. Ha iniziato a giocare a Pokémon con Oro quando ormai era già uscito Cristallo, ma da allora non si perde un’uscita della saga. Odia scrivere bio abbastanza sarcastiche in due righe.